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Lo scudetto degli invincibili nato a Bergamo

di Giuseppe Bosso

Trasferta insidiosa per il Milan quella a Bergamo, ma che ha riservato non poche soddisfazioni ai tifosi rossoneri in passato. In particolare merita di essere ricordata la vittoria per 2-0 del 6 ottobre 1991. Era la sesta giornata di campionato e la squadra, passata dalla direzione di Sacchi a quella di Capello, nelle prime giornate di campionato non aveva particolarmente brillato. Due vittorie di misura contro Ascoli e Cagliari, due sofferti pareggi maturati nel finale contro Juventus e Fiorentina e una partita sospesa con il Genoa che poi, nel recupero, si sarebbe conclusa con un altro pareggio maturato in extremis: due autogol(contro i marchigiani e i torinesi, tornati ad essere guidati da Trapattoni e dati per grandi favoriti per lo scudetto) e due rigori di Van Basten lo score delle marcature. La critica, che non aveva accolto nel migliore dei modi l'avvento del tecnico friulano, vedeva così rafforzati i suoi dubbi su una squadra ritenuta ormai in declino, che in estate non aveva visto significativi interventi di mercato, ad eccezione dell'arrivo di Serena dall'Inter(che non avrebbe inciso)e del ritorno dal prestito di due giovani promesse come Albertini e Antonioli. Ma proprio quella domenica, contro gli orobici guidati dal compianto Bruno Giorgi, la musica cambiò: subito in vantaggio con un altro rigore di Van Basten, i rossoneri dominano l'avversario , e a inizio ripresa arriva il raddoppio, spettacolare, firmato proprio da Albertini, al suo primo centro in serie A. Nel finale c'è un rigore anche per l'Atalanta, che potrebbe riaprire il match, ma Sebastiano Rossi neutralizza la conclusione del brasiliano Bianchezi. Da quella domenica in poi, i ragazzi di Capello non si fermeranno più; Van Basten e Gullit ritrovano lo smalto degli anni passati; Massaro e Simone si rivelano preziosissimi e insostituibili bomber di scorta; la difesa degli immortali Baresi, Maldini, Costacurta e Tassotti lascia poco o niente agli avversari, ben coperta anche dalla diga di centrocampo formata da Rijkaard e da Carletto Ancelotti, alla sua ultima stagione agonistica; Donadoni ed Evani sulle fasce si confermano due garanzie. E così, domenica dopo domenica, in maggio, arriva lo scudetto numero 12 della storia rossonera, chiuso a zero sconfitte dopo il roboante 8-2 rifilato al Foggia di Zeman all'ultimo turno.


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