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Dalle critiche alle lodi: Allegri vince le sue scommesse

di Emiliano Cuppone

Il Milan vince e convince sul sintetico del Manuzzi, ad uscirne a testa alta è la squadra forgiata da Massimiliano Allegri.
Dopo settimane di critiche e lo spettro dell’esonero paventato da alcuni, il mister livornese trova il riscatto e vince con le seconde linee, quelle che lo scorso anno gli hanno garantito la continuità nella lunga cavalcata scudetto.
A vincere sono gli uomini di Allegri, primo su tutti il “fedelissimo” Robinho, migliore in campo il brasiliano che è tornato fulcro del gioco offensivo e nuovamente freddo davanti alla porta. Il numero 70 brilla per condizione atletica dopo alcune uscite in cui era apparso appannato con le gambe che non sembravano girare al meglio. Un dato è indicativo, il piccolo fantasista verdeoro non ha perso uno scontro neanche quelli aerei, ha saltato l'uomo con continuità, sintomo di una brillante condizione fisica e della splendida abnegazione che ne fanno una delle pedine fondamentali per gli schemi di Allegri.
Se Robinho era una certezza, Urby Emanuelson è sempre stata la scommessa di Max l’acciuga, l’olandese è stato schierato in ogni dove nello scacchiere tattico, non aveva convinto fino a mercoledì sera, specie quando era stato schierato da trequartista, ma alla fine ha dato ragione alla cocciutaggine del tecnico livornese. Trova il primo gol in Serie A Emanuelson con uno splendido colpo da fuori, si presenta per tre volte al tiro, salta l’uomo con continuità e spreca pochissimi palloni. Dai suoi piedi passa gran parte del gioco rossonero, finalmente riesce ad interpretare il ruolo alle spalle delle punte con una qualità forse inaspettata, è lui la più grande sorpresa del Milan visto a Cesena.
Altra scommessa vinta è Sulley Muntari, “emarginato” all’Inter, gettato subito nella mischia e protagonista con la maglia rossonera. Gol all’esordio per il ghanese, ma nella sua partita c’è molto di più, c’è un ruolo che sembra calzargli a pennello, lui che assomiglia molto al sorprendente Nocerino per caratteristiche tecniche, c’è soprattutto una prestazione di qualità e quantità che lascia ben sperare per il suo futuro in rossonero. Allegri l’ha schierato titolare un po’ per scelta ed un po’ per necessità, il numero 14 ha ripagato la fiducia con una prova maiuscola, entrando da subito nel vivo della manovra (è lui il giocatore che ha gestito di più il pallone, ben 78 passaggi con una percentuale di realizzazione pari all’81%), presentandosi per 4 volte al tiro e garantendo un apporto di intensità risultato decisivo tanto in fase offensiva quanto difensiva.
I tre marcatori sono il simbolo di un Milan che sembra aver ritrovato grinta e condizione, sono la massima espressione della mentalità dell’allenatore rossonero, lui che chiede grinta e abnegazione tattica, lui che ritrova in questi uomini quello spirito che ha spinto il diavolo alla conquista del diciottesimo scudetto. I numeri della vittoria di Cesena sono indicativi, parlano di un Milan cha ha avuto il 64% del possesso palla, che si è presentato al tiro per 17 volte, che ha vinto e convinto confermando l’affidabilità di una rosa costruita con intelligenza e precisione grazie anche all’apporto del tecnico rossonero.
Si gode il riscatto Allegri, dopo le critiche arrivano le lodi per un Milan che è tornato a giocare sui suoi livelli, nel trittico di sfide bianconere manca solo l’ultimo passo, il più importante, dopo Udinese e Cesena al Milan non resta che battere la Juventus per rimettere sui giusti binari una stagione che sembrava poter deragliare solo 8 giorni orsono.


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