Seedorf sale in cattedra, insegna al Milan è TOP. Ibra furia e sfuria, il cavallo pazzo è FLOP
Cammina, cammina che il traguardo s'avvicina, non è uno spot, è più semplicemente la sintesi di quest'ultimo scorcio del campionato. Passo dopo passo si intravede sempre di più la linea dell'arrivo, anche se mancano non poche tornate al rettilineo finale. Firenze tappa fondamentale, una trasferta insidiosa che ha portato tre punti, tanto morale e un Ibra in meno. Allegri (espulsione dello svedese a parte), ha comunque di che sorridere, la squadra c'è e l'ha dimostrato. Come al solito nel coro ci sono delle voci che per tono o volume, sovrastano le altre, nel Milan sono le prestazioni a fare la differenza.
1° TOP - CLARENCE SEEDORF: con il contratto in scadenza e, un futuro rossonero assolutamente incerto, il n.10 quasi controcorrente ritrova smalto e brio fino a qualche tempo fa doti smarrite. Ottime geometrie, partecipazioane al gioco, ma soprattutto sacrificio e corsa, spunti evidenziati già contro l'Inter e ancor prima con il Tottenham. Si sente bene Clarence, pur vestendo i panni del regista, lascia il posto da fantasista a Boateng, ma non ne patisce la "concorrenza". Il Brasile lo chiama, la tecnica individuale è sublime, se mantiene questo spirito e stato di brillantezza, può considerare la sua carriera tutt'altro che finita.
2° TOP - ALEXANDRE PATO: il Milan gli chiede di crescere in fretta, di bruciare le tappe e mostrarsi finalmente padrone della scena, lui non si tira indietro e firma l'ennesima vittoria rossonera. Il "papero" dopo tante e forzate critiche, si è riscattato alla grande, sa di essere fondamentale quanto Ibra e quindi più che patirne la presenza, cerca di sfruttarne le doti. L'intesa mostrata al Franchi è di quelle da far lustrare gli occhi, i risultati si commentano da soli.
3° TOP - KEVIN BOATENG: se Abate può definirsi un terzino ormai completo, Prince entra di diritto nella schiera dei fantasisti atipici d'eccezione. Gli è stato assegnato un ruolo non suo, lo ha preso e lo sta interpretando in maniera molto personale. Si è detto di Robinho fantasista-operaio, il Boa può definirsi il più interditore dei trequartisti. Va a battersi in difesa con i suoi compagni, poi si immola verso la porta avversaria, cerca di essere sempre ovunque, chiude il match in apnea, ma era scontato. Le rassicurazioni di Preziosi in merito al prossimo futuro rossonero, sono state per Kevin una boccata d'ossigeno, a breve potrebbe coronarsi il sogno, magari tatuato sulla pelle.
Tre punti, avversarie riportate a distanza di sicurezza e altro tassello aggiunto al mosaico, orfano di pochi, ma importanti dettagli, il ritorno a Milano però presenta anche note meno dolci.
1° FLOP - SCARSA VENA ED ESPULSIONE DI IBRA: sbaglia gol alla portata, si inventa giocate impossibili per qualsiasi altro compagno e, fin quì sarebbe pari, va in negativo quando becca l'ammonizione prima, l'espulsione poi. Chiarisce quello che potrebbe essere stato tutto un equivoco, ammette di avercela con se stesso, ma paga cara la sua personalità forte e una certa prevenzione da parte dei direttori di gara. E' questa forse l'unica nota negativa, sperano i tifosi rossoneri di poterne gioire così come in occasione del derby.
2° FLOP - TEMPISMO DEI CAMBI DEL MISTER: poteva essere sostituito prima Ibra, ma parlare con il senno di poi è troppo facile. Robinho scalpitava, ma la partita chiedeva fisicità e mordente, che fare? Finisce con due giornate di squalifica forse tre, la trasferta toscana dello svedese, l'ennesimo stop che potrebbe influire e non poco sulla corsa allo scudetto.