Lo scudetto non è stato STRApPato grazie a lui, TOP. Cassano gol e cattiva condotta, insieme al buon Robinho unici FLOP
Sole tanto sole in quel di Milanello, la Primavera ha portato le rondini, la Prima squadra ha fatto fiorire l'ambiente. Nello stesso week-end double nel derby, una soddisfazione unica per certi versi se poi si va ad analizzarla al dettaglio rischia di prendere un sapore eccessivamente afrodisiaco. I ragazzi di Stroppa a suonarle ai pari età nerazzurri, quelli di Allegri ad annichilire l'armata leourinhana, l'ambiente, la mole di gioco, lo spessore individuale hanno poi fatto il resto. La truppa rossonera meriterebbe di essere citata in toto, come già accaduto in altre occasioni, ma a stupire oggi sono stati anche i singoli, alcuni su tutti.
1° TOP - ALEXANDRE PATO: fenomeno ma incostante, papero spesso anatroccolo alla corte di Ibra, manca l'ariete svedese e il brasiliano si fa bello tanto bello da affascinare praticamente tutti. Cattivo in zona gol, deciso lontano dall'area e sempre pronto a ferire, secondo molti doveva ancora dimostrare tanto, no problem: detto, fatto. Si è parlato troppo e a sproposito delle vicende extra-calcistiche riguardanti il giovane n.7, qualcuno ha voluto addirittura infierire dopo i recenti rumors sentimentali, poco importa: doppietta nel derby, Inter stesa ed esultanza sotto la tribuna che accoglieva tutti i rossoneri e magari una tifosa in particolare. Al popolo milanista va bene così, se Pato è sereno e lo dimostra in campo, anche il compagno Ibra magari riuscirà renderlo maggiormente partecipe.
2° TOP - CHRISTIAN ABBIATI: un paio di prodezze compiute nella serata che può valere una stagione, hanno ricordato fortemente l'intervento realizzato su Bucchi, in quel lontano Perugia-Milan che poi valse lo scudetto per i rossoneri. Il portierone milanista non stecca la prova, anzi, per non sfigurare al cospetto di tanto Pato realizza parate da tre punti, pesanti quanto una rete siglata, belle quanto una giocata di classe. Attento nelle rare occasioni in cui si è trovato a fronteggiare l'avversario, Abbiati ha confermato l'ottimo stato di forma, zittendo così i continui rumors riguardanti il portiere di domani.
3° TOP - CLARENCE SEEDORF e IGNAZIO ABATE: se uno ha classe, l'altro ha corsa, l'olandese fantasia e visione di gioco, il campano spunto e sfacciataggine, tanto diversi eppure molto uguali, almeno per la piazza occupata nel podio. L'olandese dimostra ancora una volta di essere utile alla causa, nonostante l'anagrafe indichi un fine carriera non lontanissimo, discorso opposto per il neo-terzino, con ancora una vita da spendere sui campi di calcio. Seedorf è classe allo stato puro, le giocate illuminanti hanno caratterizzato una prova sontuosa, Abate invece si è "limitato" ad annullare Eto'o prima, umiliando poi sulla corsa e la prestanza un mostro sacro come Zanetti, puntualmente piantato sul posto a mo' di chiodo. Due buonissime notizie per il Milan di oggi e di domani, il futuro potrebbe riservare delle sorprese.
La scala musicale che ha accompagnato l'intera serata del derby ha fatto notare qualche delicatissima nota stonata.
1° FLOP - LA FOGA DI CASSANO: entra a pochi minuti dalla fine e ha subito l'occasione per entrare nella storia del derby milanese, lo fa alla sua maniera: prima rigore procurato, poi realizzato magnificamente, infine espulsione per eccesso di foga in fase di pressing. Antonio Cassano genio e sregolatezza, ma nel derby ci sta e per una volta si può chiudere un occhio.
2° FLOP - LA VENA DEL FATICATORE ROBINHO: operaio vestito da direttore d'azienda, il brasiliano continua ad essere tanto utile quanto bello, ma impreciso. La colpa del flop sottoporta è di facile intuizione, tanta corsa equivale a tanto affanno che con l'aggiunta di grande pressione, porta a sbagliare anche quando tutto sembra estremamente facile, per un talento del genere. Mette a sedere J.Cesar quasi fosse un ragazzino degli Allievi, poi conclude e il "ragazzino" si riscatta. Rischia di assumere le forme della comica...i due individui trasportano il vetro compiendo una manovra priva di sbavature, poi giunti quasi a destinazione arriva il classico fattore che rompe il cristallo.