Il 4-2 fantasia si inceppa proprio come il primo Milan stellare di Ancelotti
E venne il giorno o meglio la sera della conferma di quanto visto con il Cagliari: il 4-2 fantasia, lo schema del Milan così ribattezzato da Galliani, ha mostrato la sua faccia meno nobile e meno spettacolare ieri sera contro l'Olympique di Marsiglia. Lo schieramento tattico rossonero, come tutti sappiamo, prevede due centrocampisti davanti alla difesa a copertura di Seedorf, Pato, Ronaldinho e della punta centrale, che in quest'ultimo periodo è Marco Borriello i quali per caratteristiche tecniche e mentali sono poco propensi a rientrare a coprire i due mediani. Questo mancato movimento consente agli avversari di portare con molta facilità e costanza i terzini nella metà campo rossonera, creando situazioni di parità numerica. Oltre alle difficoltà fisiche, evidenti contro il Marsiglia, figlie di un rosa corta, il Milan di Leonardo ha dimostrato che, quando gli viene bloccato il tessitore di gioco, va in crisi. La stessa situazione si ripropone a 7 anni di distanza dal primo Milan stellare targato Ancelotti plasmato nella stagione 2002/03. Quell'anno, il fulcro del gioco rossonero era un Andrea Pirlo riportato in cabina di regia per facilitare la coesistenza tra Seedorf, Rui Costa e Rivaldo. Adesso, il centro dell'azione milanista è l'olandese che, se reso incapace di puntare la metà campo avversaria, è costretto a rinculare all'indietro rallentando la manovra della squadra. Leonardo, che in quel Milan stellare giocò qualche partita prima di ritirarsi definitivamente dal calcio giocato, dovrà studiare una soluzione, come fece il tecnico di Reggiolo, per evitare che il meccanismo si inceppi nuovamente e per trovare un equilibrio stabile dettato da un centro di gravità permanente che sappia far spostare l'ago della bilancia in favore del Milan.