L'ANGELO DEL GOL
Il suo nome è tra i più conosciuti tra quelli che hanno fatto la storia del Milan, un nome che fa parte di uno dei più famosi scioglilingua del calcio italiano in generale e di quello rossonero in particolare: quello della famosa formazione che terminava col Sormani-Rivera-Prati. Siamo alla fine degli anni sessanta, e quel Milan, guidato da Nereo Rocco, si prese la soddisfazione di conquistare tutto quello che c’era da vincere. Nella nostra rubrica in passato abbiamo già dedicato la nostra attenzione a Gianni Rivera e Pierino Prati, ed allora ci sembra giusto soffermarci sul calciatore che completava il fortissimo trio d’attacco di quel Milan: Angelo Benedicto Sormani.
Sormani fu uno dei famosi oriundi che andavano molto di moda negli anni sessanta, cioè quei calciatori stranieri che grazie alle origini di qualche famigliare diretto venivano naturalizzati come italiani, e per questo arruolabili nella nostra Nazionale. Grazie ai nonni italiani, il nostro Angelo venne convocato nella nazionale italiana guidata da Edmondo Fabbri nel 1962, anche se la sua esperienza azzurra durò poco, lo spazio di un anno e mezzo (7 presenze e 2 gol in tutto). Lui si è sempre sentito italiano, ed era orgoglioso di diventarlo, e la dimostrazione sta nel fatto che dopo aver smesso di giocare, Sormani ha deciso di rimanere in Italia con tutta a sua famiglia.
I primi vent’anni della sua vita li trascorse in Brasile (è nato a Jaù il 3 Luglio del 1939), dove si mise particolarmente in luce nelle fila del Santos. Per anni fu il compagno di camera di un certo Edson Arantes do Nascimento, meglio noto come Pelè, e forse proprio per questo, oltre che per le sue indubbie qualità tecniche, quando arrivò in Italia venne soprannominato “il Pelè Bianco”. Ogni volta che qualcuno glielo ricorda, lui sorride e scherzosamente dice “è meglio che lui, Pelè, non lo venga a sapere!”. Sormani era un attaccante fisicamente dotato, dalla buona tecnica individuale, molto veloce e dotato di un buon fiuto per il gol. Le sue qualità gli permisero anche di giocare in diversi ruoli dell’attacco, sia come ala e sia come uomo alle spalle delle punte.
A portarlo in Italia, nel 1961 all’età di 22 anni, fu il Mantova, squadra in cui rimase per due stagioni. Gli ottimi risultati ottenuti (29 gol in 64 gare) attirarono le attenzioni della Roma che lo acquistò per la cifra record di 500 milioni di lire. L’esperienza giallorossa non fu esaltante (anche se conquistò la Coppa Italia), e non lo fu neanche quella dell’anno successivo alla Sampdoria (in prestito), ma questo non impedì al Milan di puntare forte su di lui nell’estate del 1965, quando arrivò insieme a Schnellinger ed Angelillo.
La sua prima stagione milanista fu molto positiva più a livello personale che di squadra: furono ben 24 le reti messe a segno in tutte le competizioni disputate coi rossoneri (campionato, coppa Italia e coppa Uefa). Per il Milan fu una stagione negativa, rovinata dal gravissimo infortunio di Mora e nella parte finale dall’avvicendamento del tecnico Nils Liedholm con Giovanni Catozzo a causa dell’epatite. Nonostante ciò, si capì che su Angelo Sormani si poteva puntare per il rilancio futuro, ed infatti dalla stagione successiva cominciò un ciclo incredibile.
La prima conquista fu la Coppa Italia della stagione ‘66/’67, alla quale seguirono, nel ‘67/’68, la vittoria dello scudetto e della Coppa delle Coppe. Fu proprio nella competizione europea che Sormani cominciò a far vedere di essere uno dal “gol pesante”: la capacità di segnare gol importanti nelle occasioni importanti fu una sua grande prerogativa, soprattutto in campo internazionale. In quella edizione della Coppa delle Coppe furono 4 i gol messi a segno, e soprattutto va ricordato il gol decisivo nella semifinale di andata a San Siro contro il Bayern Monaco.
Nel frattempo si affaccia prepotentemente in prima squadra Pierino “la peste” Prati, e tra l’italo-brasiliano ed il ragazzo di Cinisello Balsamo nascerà un’intesa straordinaria.
Il ciclo vincente del Milan continua nella stagione 1968/69, quella che culminerà nella conquista della seconda Coppa dei Campioni della storia rossonera.
Quella coppa fu contraddistinta da un cammino esaltante, che ebbe nella sfida col Celtic (nei quarti) e nella semifinale col Manchester United i suoi momenti più alti. I Red Devils erano i grandi favoriti del torneo, ma grazie ad una interpretazione eccezionale il Milan riuscì nell’impresa di eliminare gli inglesi. L’ipoteca sulla finale fu posta nella gara di andata disputata a San Siro, quando i rossoneri rifilarono un secco 2-0 agli avversari: a realizzare il pesantissimo gol che sbloccava il risultato fu il solito Sormani al 33’.
Superato quello scoglio, il Milan si presentò alla finalissima del Bernabeu da grande favorita. Gli avversari erano gli olandesi dell’Ajax, squadra giovane che negli anni successivi avrebbe dominato l’Europa. In realtà la partita fu più difficile del previsto, almeno fino al 66’. Il Milan chiude il primo tempo in vantaggio per 2-0 grazie ad una doppietta di Prati, ma al 60’ la partita si riapre grazie ad un rigore trasformato dagli olandesi con Vasovic. Il momento è difficile, ma la paura viene scacciata definitivamente dopo 5 minuti grazie ad un gran gol siglato da Sormani. Sul 3-1 tutto sembra facile, ed terzo gol di Prati sancirà definitivamente la superiorità milanista.
A quel punto, per chiudere il cerchio, a quel Milan manca solo la conquista della Coppa Intercontinentale. L’anno successivo arriverà anche quella, ed ancora una volta Sormani ci metterà la sua firma.
L’avversario è l’Estudiantes, e la sfida passerà alla storia per la grande battaglia della Bombonera. Il Milan praticamente vincerà la coppa nella gara d’andata a San Siro con un secco e perentorio 3-0: l’eroe della serata è il nostro “Angelo del gol” che sarà autore di una strepitosa doppietta. Agli argentini annichiliti non resta che buttarla in rissa: nel ritorno a Buenos Aires sarà una autentica caccia all’uomo, ma il Milan porterà a casa quel trofeo.
I Rossoneri completano così un percorso entusiasmante, ed in tutto questo ciclo l’apporto di Angelo Sormani sarà determinante. L’avventura rossonera di Sormani finirà proprio in quella stagione, quando, un po’ a sorpresa, viene ceduto al Napoli.
Il bilancio di quelle cinque stagioni rossonere fu esaltante: con 65 reti in 180 partite ufficiali contribuì a fare grandissimo il Milan del Paron.
di Gianpiero Sabato
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