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Il ministro della difesa

di Milan Day

Ha trascorso una lunga parte della sua carriera ad ascoltare la fastidiosissima frase secondo la quale la sua fortuna era dovuta esclusivamente al fatto di giocare al fianco del grandissimo Franco Baresi, forse il difensore centrale più forte in circolazione; ma proprio per questo la sua soddisfazione deve essere stata ancora più grande quando quegli stessi addetti ai lavori si sono cosparsi il capo di cenere ed hanno riconosciuto per intero il suo valore.

Il primo vero sdoganamento di Alessandro Costacurta, detto Billy, avvenne in occasione dei Mondiali disputati in America nel 1994, allorquando assunse la guida della difesa azzurra del CT Sacchi a seguito dell’infortunio al menisco del Capitano Franco Baresi dopo le prime partite del girone.
Insieme a Roberto Baggio (che faceva i gol) trascinò la compagine italiana fino alla finale di Pasadena, dove non potè scendere in campo per squalifica, rilasciando il testimone al recuperato Kaiser Franz.
Lì tutto il mondo si accorse definitivamente che Billy era uno straordinario difensore, che non aveva bisogno del tutore bresciano per essere un leader al centro della difesa.
Fu poi dopo il 1997, anno in cui Baresi smise col calcio giocato, che Costacurta confermò la sua grandezza, continuando per un altro decennio a dare lezioni nell’arte del difendere sui campi di tutto il mondo.

Alessandro Costacurta ed il Milan, un rapporto indissolubile durato per una vita, ventuno-stagioni-ventuno che gli hanno permesso di diventare un’autentica bandiera della nostra società: con 663 gettoni ufficiali, Costacurta occupa il terzo posto assoluto nella graduatoria delle presenze rossonere di tutti i tempi, preceduto solo da Paolo Maldini e Franco Baresi.

Proprio insieme a Maldini e Baresi, e con l’apporto di Mauro Tassotti, ha composto la linea difensiva più forte di tutti i tempi, un sincronismo perfetto che attraverso mille battaglie ha permesso al Milan berlusconiano di vincere e rivincere tutto più volte.
Una fedeltà assoluta passata, anche, attraverso episodi particolari come in ogni storia d’amore che si rispetti.

Come quello dell’estate del 2002, allorquando Billy, in scadenza di contratto, decise di dire basta col calcio italiano e di trasferirsi negli amati Stati Uniti per studiare da manager e disputare un campionato nella Major League.
Alla vigilia della nuova stagione agonistica ed in pieni preliminari di Champions, Galliani decise che il reparto difensivo doveva essere rinforzato, ed oltre al grande colpo Nesta si fece guidare dal cuore nel riportare a Milanello Costacurta ed affidarlo alle cure di Carletto Ancelotti, suo grande compagno di squadra negli anni precedenti.

Doveva essere una specie di premio, e, per un 36enne, doveva essere una soluzione di breve termine, ed invece Billy sarebbe stato giocatore utilissimo, in campo e nello spogliatoio, per altre cinque stagioni.
O come quella volta in cui durante una delicatissima partita a Piacenza si procurò un serissimo infortunio al ginocchio con rottura dei legamenti: piuttosto che farsi portare in barella negli spogliatoi per farsi curare, decise di restare disteso ai bordi del campo con la borsa del ghiaccio sul ginocchio per vedere fino alla fine se i suoi compagni avessero portato a casa quel preziosissimo 1-0.
Un clamoroso esempio di attaccamento alla maglia, ma anche uno stimolo ed un esempio per i suoi compagni che dal campo avevano notato l’episodio.

Al Milan Alessandro si impose subito, tanto che nel 1985... (continua)


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