Pineda, Messico e nuvole rossonere
Fonte: Milannews
Tanti stranieri hanno vestito la maglia rossonera nella pluricentenaria storia del Milan, alcuni lasciando un ricordo indelebile, altri quello di meteore. Pochissimi affezionati tifosi probabilmente avranno sentito parlare di Pedro Pineda, centravanti messicano di belle speranze, che fu precettato da Galliani e Braida nel 1991. L'epoca d'oro di Arrigo Sacchi si era conclusa nella mesta notte di Marsiglia, con un gruppo di giocatori ritenuti dalla critica ormai sulla via del tramonto. La dirigenza, piazzato Fabio Capello sulla panchina lasciata dal tecnico di Fusignano, si mise all'opera per pianificare il futuro. Tuttavia la campagna estiva non registrò innovazioni immediate di rilievo, se si escludono i ritorni di giovani dati in prestito come Albertini e Antonioli. L'acquisto più significativo è quello di Aldo Serena, che però non avrebbe trovato spazio nello scacchiere del tecnico friulano. Nel contempo, però, i dirigenti rossoneri iniziavano anche a concentrarsi sul futuro prossimo, in vista delle nuove regole in materia di stranieri che avrebbero consentito alle società di tesserarne più di tre; il trio olandese Gullit-Rijkaard-Van Basten, nonostante le critiche e i dissidi del centravanti con Sacchi, viene confermato senza obiezioni, ma intanto si lavora anche per il 1992 e, senza inserirli subito nella rosa, vengono 'prenotati' tre giovanotti che più alternativi non potrebbero essere, per ruoli e nazionalità: il centrocampista croato Zvonimir Boban, della Dinamo Zagabria; Giovane Elber, centravani brasiliano del Londrina, e appunto Pineda, attaccante del Chivas Guadaljara e delle nazionali giovanili messicane, che veniva additato come futura stella persino dal più noto calciatore dell'epoca del Paese del sombrero e dei tacos, quell'Hugo Sanchez spesso rivale negli anni passati in Coppa dei Campioni. Ma il destino riserverà ai tre strade diverse: Boban, parcheggiato al Bari per un anno, rifiuta il passaggio all'Olympique Marsiglia nell'ambito dell'operazione che porta al Milan Jean Pierre Papin, accetta di fare il 'sesto' dietro i confermati olandesi, il centravanti francese e Savicevic nella stagione 1992-93, giocando pochissimo e poi, con la partenza di Gullit e Rijkaard e l'infortuino di Van Basten, a partire dalla stagione seguente acquisterà spazio e diventerà uno degli idoli della tifoseria milanista; Elber viene dato in prestito al Grasshopper, in Svizzera; si aggregherà alla comitiva rossonera durante la tournee di fine stagione negli Stati Uniti e in Canada nel 1992, parteciperà al ritiro a Milanello nell'estate seguente, giocando le amichevoli di preparazione andando anche a segno contro l'Udinese in un triangolare, ma Capello non sarà convinto del suo rendimento e così, dopo un altro periodo in Svizzera, viene ceduto definitivamente allo Stoccarda, ed è in Bundesliga che conoscerà la sua affermazione con la maglia del Bayern. Di Pineda, invece, si perderanno le tracce, e di fatto non varcherà mai l'Atlantico per indossare la maglia rossonera, nè quella di alcun'altra formazione europea. La maglia del Milan la indosserà solo, per il mensile 'Forza Milan!', in sede, per un servizio che lo presenta insieme al brasiliano come il 'futuro attacco rossonero già qui'. Dopo aver girovagato il Messico tra varie squadre, si ritira nel 2003 ed atualmente guida una squadra di terza divisione. Peccato, però, poteva essere l'occasione per il Milan per scoprire una nuova frontiera ancora inesplorata dai club italiani, quella di un Paese che ha sempre ben figurato ai campionati del mondo.