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Le lacrime del capitano sotto il sole di Los Angeles

di Giuseppe Bosso

Domenica 17 luglio 1994. L'Italia è in attesa per la finale del Mondiale statunitense in cui gli azzurri di Sacchi, partiti con lo scetticismo di critica e tifosi, dopo una travagliata prima fase si riprendono e, dalle sfide a eliminazione diretta, fanno fuori Nigeria, Spagna e Bulgaria con uno strepitoso Roberto Baggio. Franco Baresi, capitano indomito del Milan stellare che ha vinto campionato e Champions League, non ha potuto partecipare a quella fantastica cavalcata perchè subito gravemente infortunato nel match d'esorido perso contro l'Irlanda. Ma Baresi, consapevole di essere all'ultima chance per alzare la Coppa iridata, stringe i denti, nonostante il parere contrario dell'entourage rossonero(mister Capello in primis)si sottopone ad un intervento chirurgico lampo e recupera miracolosamente per la sfida al temibile Brasile di Dunga e Romario. Al Rose Bowl di Pasadena, tempio storico del footbll americano, quella torrida domenica estiva(in Italia piena notte) quel giorno gli azzurri e il capitano milanista giocarono una delle più belle e sfortunate partite; 120 minuti di sofferenza, un brivido nei tempi supplementari con Pagliuca che salva in extremis su Romario, e poi la lotteria dei rigori; proprio capitan Baresi si incarica del primo tiro, che finisce malamente sopra la porta difesa da Taffarel; sbaglia anche Massaro, mentre vanno a segno Albertini e l'ex rossonero Evani; Pagliuca neutralizza il primo penalty sudamericano dell'ex viola Marcio Santos, ma nulla può sulle conclusioni di Romario, Dunga e Branco; l'ultima speranza azzurra è il protagonista di quel Mondiale, Baggio appunto(che di lì a un anno sarebbe approdato, tra lo stupore generale, a Milanello, mettendo fine alla lunga militanza juventina), ma anche lui spara sulla traversa e la festa verdeoro esplode, mentre le lacrime di Baresi consolato da Gigi Riva faranno il giro del mondo. Una giornata storta e amara che però non intacca certo la straordinaria carriera di un campione che ancora oggi, quattordici anni dopo il suo ritiro, è ancora vivo e amato nel cuore dei tifosi rossoneri.


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