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Dalla serie B a re d'Europa: SuperPippo e quella voglia matta di far gol

di Vincenzo Compilati

C'era una volta... iniziano le fiabe. E noi ve ne vogliamo raccontare una, ed è quella di Filippo Inzaghi, piacentino di nascita, milanista nel cuore. La storia di SuperPippo comincia da piccolo nella città che gli ha regalato i natali ed esordisce a soli diciotto anni in serie B. Dopo alcuni anni di gavetta il Parma riesce a prelevarlo direttamente dal Piacenza e gli viene subito offerta un'occasione da sfruttare. L'allora tecnico dei Ducali Nevio Scala gli dà la fiducia offrendogli non poche chance per mettersi in mostra. Quel giovane Inzaghi colleziona quindici presenze con la maglia gialloblu e sigla soli due gol. L'anno successivo arriva la consacrazione con la maglia dell'Atalanta.  Nasce, a Bergamo, l'Inzaghi che oggi noi tutti conosciamo: SuperPippo sigla ben 24 reti ed entra diritto per la prima volta nella classifica dei capo cannonieri della Serie A. Ma le sorprese non finiscono qui per il giovane attaccante: in estate arriva il passaggio alla Juventus e si corona così il sogno di qualsiasi giocatore, cioè giocare in un top club. Inzaghi, in quei cinque anni, si conferma ad altissimi livelli conquistandosi l'etichetta di miglior goleador italiano. Quell'attaccante rapace, agile e prolifico come nessuno. Al suo curriculum aggiunge ben 57 gol, un campionato e una Supercoppa Italiana. Poi, nel 2001, Inzaghi si trasferisce dalla Juve al Milan. Ed entra subito nei cuori di tutti i tifosi milanisti nonostante le poche presenze della prima stagione( condite però da dieci gol) causa l'infortunio in uno scontro con Lupatelli. Ma Pippo è uno abituato a non mollare e l'anno successivo trascina a suon di gol i rossoneri alla vittoria finale della competizione più importante per club. Correva l'anno 2003 quando il Milan alzò al cielo la sesta Champions League proprio contro la sua ex squadra, la Juventus. Dopo aver vinto la Coppa Campioni maledettamente ritorna ad infortunarsi e la stagione seguente non è delle migliori. Gioca e segna poco. Si batte e torna in campo più forte di prima. Nel 2006 arriva la chiamata in nazionale di Marcello Lippi che lo inserisce nella lista dei convocati per la spedizione azzurra ai Mondiali di Germania. L'attaccante rossonero contribuisce con la sua determinazione alla conquista della coppa del Mondo. Nella stessa stagione Pippo torna ad essere SuperPippo e si conquista il trono di re d'Europa siglando la doppietta nella storica finale di Atene, nella quale il Milan si riprese quel che gli era stato sottratto solo due anni prima. Sempre lo stesso anno porta a casa anche la supercoppa europea, firmando il momentaneo 1 a 1 contro il Siviglia e diventa campione del mondo battendo in finale il Boca Juniors. Proprio grazie a quella partita l'attaccante rossonero eguaglia l'ennesimo record: è l'unico giocatore ad aver segnato in tutte le competizioni internazionali di club. Vanta anche il titolo di miglior cannoniere italiano nelle competizioni europee, secondo alle spalle di Raul, con quota settanta reti. Ha praticamente fatto la storia recente del club di via Turati ed è il giocatore più osannato e coccolato dal popolo milanista. “Non è Inzaghi ad essere innamorato del gol, è il gol ad essere innamorato di Inzaghi” diceva una volta il neo tecnico del Novara, a proposito, in bocca al lupo “Mondo”. Ma questa è un'altra storia...


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