REWIND & ZOOM - Leo, ecco chi può aiutarti
Il più rimpianto dai tifosi del Milan. Il più osannato da quelli dello United. David Beckham, griffato per professione, rude inglese nel DNA, ci ha regalato le uniche due distrazioni dal rammarico di una notte buia ed imbarazzante. Una splendida volèe neutralizzata da Van der Sar, ed un’ovazione commovente ricevuta dal suo vecchio pubblico. Leo ha scelto di non schierarlo, malgrado due punte centrali e la necessità di rifornirle con cross degni di tal nome. Se restiamo ancorati ai fatti, ci imbattiamo in due realtà che se da un lato scagionano Leonardo, dall’altro ci invitano alla riflessione. Beckham, quello del 2010, non avrebbe offerto garanzie, non ha ancora brillato con la maglia del Milan, e soprattutto, malgrado l’indiscussa abilità nei cross dalla fascia, non ha ancora servito assist. Per colpa non soltanto sua, ovviamente: perché un passaggio si trasformi in assist c’è bisogno di qualcuno che, presumibilmente di testa, sia lesto a metterla dentro. Questo qualcuno al Milan manca, e se è vero che nel calcio ha sempre ragione chi vince, e che si vince solo segnando, il doppio confronto con gli inglesi evidenzia quella che, a mio avviso, è attualmente la lacuna più grave per i colori rossoneri: l’assenza di un bomber spietato, capace di metterla dentro sempre e dappertutto. Tipo? Tipo Milito, per esempio, ma anche Torres, Drogba…A proposito, Rooney vi dice qualcosa?
13 minuti: tanto è durato il sogno inglese. Conditi da un paio di svarioni di Jankulovski in stile Atene, su Pennant, e da due palle gol: una per Dinho, che di testa sfiora il palo a Van der Sar battuto, ed una per Huntelaar, impacciato su un ottimo traversone di Thiago Silva. Il Manchester fa esattamente ciò che avrebbe dovuto fare il Milan, ovvero cercare di metterla dentro prima possibile. L’azione del primo gol dice tanto sulla condizione psico-fisica degli uomini di Leonardo, penalizzati e scoraggiati dall’ assenza di Pato e dagli inaspettati forfait di Nesta ed Antonini. Neville avanza fiancheggiato da Ronaldinho, che ad un certo punto lo molla, ricadendo nella cattiva abitudine di lasciare il proprio avversario diretto. Il Gaucho ha altri compiti, è vero, ma a volte, come ieri sera, basta seguire l’avversario per non consentirgli la giocata giusta. A sopperire alle mancanze del brasiliano, in genere ci pensa Ambrosini. Non certo quello di ieri sera, però…Neville crossa indisturbato, Bonera e Thiago ignorano Rooney, che è bassino ma bravo di testa e di piede, e non perdona. 1-0 e tutti a casa.
I motivi per crederci erano tanti, o forse uno solo. La storia insegna che nel calcio tutto è possibile, e che chi si arrende prima di provarci compie peccato mortale, sempre e comunque. Ma dopo aver perso ingiustamente all’andata, in fondo con Pato, Nesta, e la squadra al completo (unico neo l’assenza di Abbiati), le reali speranze di riuscire ad imporre il doppio svantaggio agli uomini di Ferguson, acciuffando la qualificazione e un risultato unico nella storia, erano veramente poche. Il Milan ha avuto le sue chances, le ha sciupate, ed a certi livelli chi sbaglia paga, sempre. Altrettanto vero è che “sbagliando s’impara”. Leo sta facendo bene, anzi benissimo in campionato, ma il suo Milan ha mancato 4 appuntamenti decisivi, fallendo dove prima si passeggiava. Come si affrontano le partite che contano? Per info rivolgersi a Carletto Ancelotti.