REWIND & ZOOM: Annichiliti
Riprendere la parola dopo una serata come quella chiusa poche ore fa, è impresa tutt’altro che facile. Analizzare una sconfitta del Milan, maturata presto, troppo presto per dar luogo a rimpianti e recriminazioni, è altrettanto impegnativo. In ogni modo, la settimana che ci ha portato al derby ce lo ha servito come “la sfida della verità”: quelle contro avversari di calibro superiore sono partite che non mentono mai, che scavano fin nel profondo delle doti di una squadra, appunto perché richiedono che tu dia tutto ciò che hai a disposizione per cercare di avere la meglio sul tuo rivale. Sempre che il tuo rivale te ne dia la possibilità. Già, perché l’Inter vista ieri ha dettato legge fin dal primo minuto, aggredendo fin sotto la linea di difesa e mostrando una determinazione a portare a casa i tre punti che al Milan è mancata per troppo tempo. L’Inter ha vinto il derby ancor prima di scendere in campo, perché era consapevole delle difficoltà che avrebbe potuto incontrare, ed ha fatto l’impossibile affinché il Milan nuocesse meno possibile.
Più di ogni altro, temevo Sneijder, giocatore letteralmente indecifrabile: veloce, dotato di un gran tiro, ma soprattutto, bravissimo a piazzarsi tra le linee e non dare punti di riferimento. E’ salito in cattedra al 3’ minuto con una velenosa parabola da 30 metri, e ci è rimasto per circa mezz’ora, tanto il destino (e soltanto lui) gli aveva riservato per questa serata, senza che nessuno dei nostri si rendesse conto che l’olandese fosse la principale fonte di pericolo. Così, mentre Maicon, Zanetti, Cambiasso e Muntari raddoppiavano come ossessi su chiunque superasse la linea mediana, noi concedevamo la libertà vigilata a lui e Pandev. Col senno di poi, visti i primi 30 minuti del primo tempo, vengono i brividi ad immaginare cosa sarebbe successo se Sneijder fosse rimasto in campo.
Tuttavia, a costruire il banco di prova decisivo è stata proprio l’espulsione del n.10. In inferiorità numerica per più di un’ora, l’Inter ha chiuso il primo tempo senza strafare né regalare nulla, e sofferto per 20 minuti nella ripresa, durante i quali gli uomini di Leonardo sono finalmente riusciti ad affacciarsi pericolosamente dalle parti di Julio Cesar, che ha respinto un colpo di testa ravvicinato di Seedorf e visto la sfera sfiorare il palo prima (Ronaldinho) e la traversa poi (Borriello). Poi, la serata grigia diventa nera: gol mancati, gol subito. Favalli scivola sul terreno senza toccare Maicon, che malgrado tutto stramazza al suolo quasi in lacrime, punizione dal limite. Pandev disegna una parabola precisa ma tutt’altro che imprendibile, Dida resta e immobile e consegna il derby all’Inter. Il 3° consecutivo, che varrà una stagione, ma soprattutto la consapevolezza, per il Milan, di essere sì una buona squadra e la vera anti-Inter, ma al tempo stesso di dover lavorare (anche in sede di mercato) per affrontarla alla pari.