Vieni avanti Carlitos!
Per usare un eufemismo: ci si poteva aspettare di più. Era più che lecito, visti gli “ultimi” Milan di campionato, e vista la formazione schierata da Allegri, ma nonostante tutto l’ultima domenica calcistica dell’anno riesce a portarsi dietro più polemiche che entusiasmo. Per come è maturato il pareggio di Bologna, per gli errori commessi, per aver sciupato un’occasione importante, per quella traversa che ancora trema, e per la deludente prestazione dei soliti noti (ed anche in questo caso usiamo un eufemismo). Non è mancato il tridente titolare: nessuno ha brillato, ma mentre Boateng e Ibra sono riusciti a risultare determinanti in zona gol (un assist il primo, un rigore procurato e trasformato, più una traversa, il secondo), non è andato oltre la delusione Alexandre Pato. Dopo la serata concreta e incoraggiante di Praga, il brasiliano è tornato sugli standard involutivi che hanno caratterizzato questa prima parte di campionato. Ancora una volta, più che un giocatore impegnato a dare tutto per la maglia che indossa, è sembrato un fantasma, un uomo messo lì a caso, un corpo estraneo in una macchina che riesce quasi sempre a girare a perfezione, ma che troppo spesso è costretta a farlo senza contare sull’apporto di alcuni tra i suoi pezzi migliori. 3 gol tra Champions League e campionato non sono pochi: sono uno i numeri di uno score imbarazzante per un attaccante considerato, evidentemente a torto, il fiore all’occhiello di un reparto avanzato che senza Ibrahimovic praticamente non esisterebbe. Tre segnature messe a segno in un mese e mezzo, il massimo che fino a questo punto il brasiliano è riuscito a giocare per la sua squadra, perdendo ancora una volta il duello con quegli infortuni che non gli danno tregua. E che di riflesso, fanno disperare i tifosi del Milan: non può nulla il tempo, non può nulla la voglia di vincere, non può nulla la classe (meno assoluta e indiscutibile di ciò che si creda), non può nulla lo spettro di Carlitos Tevez, che a maggior ragione dopo questo pomeriggio, a Milanello sarebbe il benvenuto.