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Unione del gruppo, sostegno del club e concetti ritrovati sotto una nuova veste tattica: come Pioli ha portato il Milan fuori dalla crisi

di Manuel Del Vecchio

Quattro vittorie di fila tra campionato e Champions, quattro partite (e un tempo) senza subire gol. Quando sembrava che l'abisso in cui si erano addentrati Pioli e i suoi ragazzi fosse troppo profondo riecco il Milan. Passo dopo passo, concetto dopo concetto: prima senza prendere gol, poi con una reazione di carattere, poi sapendo soffrire e infine, ieri contro l'Atalanta a San Siro, riecco molti dei principi di gioco che in questi hanno avevano reso la squadra rossonera una compagine difficile da affrontare e da leggere.

"È più facile mantenere equilibrio e serenità quando hai due cose: l’unione del gruppo e il sostegno del club, dei miei dirigenti. Questo non è mai venuto meno ed è stato molto importante per me, ho cercato di aiutare i ragazzi a superare un momento che ripeto, ci ha fatto soffrire parecchio". Dopo un gennaio catastrofico l'umore di parte dell'ambiente era funereo, e molti avevano trovato nell'esonero di Pioli la panacea di tutti i mali. Tra una storia strampalata e alcuni messaggi virali al limite della diffamazione, il tecnico rossonero, con l'aiuto di Maldini e Massara e grazie anche alla ritrovata disponibilità della squadra, è riuscito a rimettere in moto la macchina. 

Lo ha fatto liberandosi di alcune certezze che lo avevano accompagnato fino a quel momento e andando a provare (con un po' di ritardo, direbbe qualche pignolo) qualcosa di nuovo. Dall'Inter all'Atalanta, i progressi fatti con questa nuova linea difensiva a 3 sono notevoli. Derby a parte, giocato in un periodo difficile e affrontato con un atteggiamento rinunciatario, ad ogni uscita la squadra ha fatto un passettino in avanti. Il primo obiettivo era quello di subire meno tiri, proteggendo centrali e portiere. Novità che i giocatori hanno apprezzato, come dimostrano le dichiarazioni di Tonali di qualche settimana fa: "In un momento in cui, non parlo di oggi, un tiro ti può rompere essendo così fragili, ti può devastare… La difesa a tre ti dà più sicurezza e per noi è importante in questo momento sapere di non subite gol, di subire pochi tiri…  Sono movimenti diversi, il sapere di avere sempre un uomo in più in mezzo alla tua difesa ti aiuta e ti concede qualcosa in più nell’uscire in avanti in pressioni. Le uscite sono diverse, sono in avanti piuttosto che all’indietro, e hai sicurezza in più”.

E proprio contro la Dea i rossoneri hanno ricominciato a difendere in avanti, a correre piuttosto che a rincorrere, alzando notevolmente il baricentro e scivolando con fluidità e organizzazione da un lato all'altro, con coperture preventive che hanno permesso ad esterni e centrocampisti di andare ad uomo in pressione, lasciando comunque Hojlund, pericolo numero uno degli orobici, tra i due centrali, Thiaw e uno tra Kalulu e Tomori in base alla zona dell'attacco, che hanno controllato il giovane centravanti senza nessuna difficoltà.

Sono tornate le letture intelligenti degli spazi, con Theo spesso e volentieri che è andato a scorribandare per vie centrali (il Gasp, nonostante le numerose doppie sedute, evidentemente questo movimento non riesce proprio a leggerlo) e Tonali che combinando con Diaz e Leao è tornato sganciarsi in zone offensive come tanto gli piace fare. Messias, con l'aiuto di un Kalulu quanto mai a proprio agio nel ruolo e nei compiti da braccetto destro, è riuscito a non sfigurare, anzi. Il secondo gol consecutivo, questa volta con un inserimento centrale al minuto 86, dimostra come la squadra sia tornata interamente sul pezzo. C'è di nuovo la corsa in più per il compagno, la voglia di aiutarsi, la compattezza nelle due fasi e i reparti non sfilacciati. C'è soprattutto di nuovo Mike Maignan. Come scritto più volte su questi lidi con lui il Milan non gioca in 10+1, ma in 11. Qualcuno direbbe anche in 12, vista la sua abilità nelle letture e di come influenzi in modo assolutamente positivo la manovra, orfana da tempo di Bennacer, dal basso della squadra. 

Principi, concetti, sicurezza, interpreti: Pioli ha trovato e ritrovato queste certezze e ha mandato in campo un Milan finalmente senza paura. Lo scudetto è, al 99,999%, irraggiungibile ma la stagione è ancora lunga e da onorare: c'è un ottavo di Champions League da giocare senza timore e un piazzamento in top 4 da centrare. Pioli ha ritrovato il suo Milan e cercherà, come sempre, di tirarne fuori il massimo. L'importante è, come ammesso dallo stesso allenatore ieri sera, che si continui ad avere unione e disponibilità: in un momento in cui tutto sembrava nero hanno fatto la differenza.


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