Una cosa scontata, ma non troppo...
So di essere in buona compagnia e so di dire probabilmente una cosa scontata, ma non me l’aspettavo. Malgrado le ultime prestazioni straripanti della Juve, malgrado fosse prevedibile un calo psicofisico in una settimana a dir poco impegnativa sotto questo punto di vista. Malgrado gli infortuni e l’investitura, a conti fatti improvvisata, di alcune riserve al ruolo di titolari. Era presto, ma adesso c’è poco da fare, anche perché quando si perde, esattamente come quando si vince, la colpa è di tutti. Ci si può sbizzarrire a giocare con numeri e percentuali, ma è un’attività che non porta da nessuna parte. E’ arrivato il sorpasso, si diceva. Un sorpasso meritato a guardare l’ardore e il furore con cui la Juve sa scendere in campo in ogni momento, e ingiusto se si tiene conto (perché ne dobbiamo tenere conto, anche dopo Milan-Fiorentina) delle cifre che non tornano e dei torti subiti a Catania e non solo. Un’altra cosa scontata che si sente dire praticamente dall’inizio del campionato è che la Juve ha il vantaggio di non giocare le coppe. Un’altra cosa scontata, all’apparenza banale, e invece capace di concretizzarsi in mezza settimana. Cosa possono le coppe sul morale e sulla condizione fisica di una squadra attrezzata a far bene su tutti i fronti, qual è il Milan? Tanto, e non c’è proprio niente da fare. Perché un conto è – con il dovuto rispetto - giocare contro Marsiglia, Apoel e Benfica, e tutt’altra cosa è trovarsi di fronte (con l’obbligo di batterla) la squadra più forte al mondo, per due volte nel giro di sei giorni. Un conto è trovarsi ad affrontare un comodo ritorno dei quarti in casa, magari con un vantaggio da difendere, un altro conto è celebrare il ritorno nell’arena più spettacolare ed impegnativa d’Europa, ritrovandosi a rincorrere dopo 10 minuti avversario e arbitro. Un’esperienza, insomma, che ha il comprensibile potere di abbatterti, fisicamente e psicologicamente. Basta poco, e il vantaggio è fatto: non occorre una stagione intera per trarre beneficio dalla distrazione altrui. Bastano tre giorni: vai a vieni da Barcellona, continui a sognare Messi, Xavi e Kuipers, poi ti trovi di fronte Amauri, Kharja e De Silvestri. E che cosa ci vuoi capire?