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Un nuovo Theo Hernandez che è sempre lo stesso: quanto conta il recupero del francese

di Francesco Finulli

Per la partita di domani pomeriggio Stefano Pioli recupererà uno dei suoi pezzi più pregiati, Theo Hernandez. All'indomani della sconfitta contro il Chelsea, il francese è tornato ad allenarsi in gruppo dopo lo stiramento rimediato alla fine della partita contro il Napoli. Un ritorno fondamentale per il Milan che ritrova un giocatore nuovo e sempre più matro ma che di fatto rimane il solito spacca partite sulla fascia sinsitra.

Maturo

Nelle ultime ore è uscita un'intervista a Theo Hernandez che il calciatore ha rilasciato per la Rivista Undici e che lascia molti spunti. Ricordiamo tutti quando Hernandez arrivò al Milan ormai più di tre anni fa con la fama di bad boy e di promessa del calcio mondiale non mantenuta. Ecco, un'immagine che ormai è stata cancellata dalla memoria di molti. Theo è diventato uno dei terzini più forti del mondo e ne è consapevole, o meglio, sa perfettamente che la sua crescita è stata grazie al rossonero e insieme al rossonero: "Da quando sono arrivato qua sono cresciuto tantissimo. Dal primo giorno, sia dal punto di vista calcistico che come persona, tutte e due. Quando sono arrivato qua non ero quello che sono ora: sono cresciuto tanto grazie al Mister, ai compagni, e a Paolo". Parole significative che raccontano di una maturità che si era già intravista sul campo, specialmente negli ultimi mesi. Ma Theo ha ancora fame, non si ferma qui: "Voglio continuare a crescere, e a lavorare. Oggi mi sento un uomo più maturo, e anche in campo mi sento così".

Insostituibile

Se c'è una cosa che si è capita dall'assenza nell'ultima settimana di Theo Hernandez è che il Milan può difficilmente farne a meno, Ballo-Tourè, che comunque ha dato il suo ottimo contributo specialmente in campionato a Empoli, è apparso ancora troppo indietro rispetto al suo compagno più quotato, specialmente in campo internazionale. Theo è un'arma clamorosa a disposizione di Pioli: sulla fascia di Leao, duetta ormai a memoria con il portoghese e si aprono gli spazi a vicenda, l'uno per l'altro. Ma il mister rossonero lo ha usato anche per scompaginare gli schieramenti avversari, come quando lo posiziona dentro al campo: è bravo a far tutto. Ed è migliorato enormemente anche in fase difensiva, come lo stesso Theo ha voluto rimarcare a Undici: "Quando sono arrivato al Milan non difendevo bene. Adesso sono migliorato, ma posso ancora migliorare di più: devo migliorare, in tante cose diverse". Insomma in un'infermeria piena e dopo una sconfitta pesante come quella di Stamford, c'è una luce abbagliante che si chiama Theo Hernandez.


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