Un modo per farlo felice...
Per Zlatan Ibrahimovic sarà l’anno dell’investitura. L’ennesima, forse l’ultima. Perché se è vero che di rivali (in termini di storia) la numero 10 ne ha tante in rossonero, è altrettanto vero che non stiamo parlando di un numero qualunque, e che per le modalità in cui riceverà la nuova casacca, non possiamo che considerarla una piccola, grande investitura. Storicamente, eccezion fatta per Gianni Rivera e Ruud Gullit, sono altre le maglie che in rossonero fanno rumore e che hanno lasciato un segno indelebile. Ma il desiderio di Adriano Galliani di omaggiare lo svedesone di quello che per antonomasia è il numero dei fuoriclasse, ha una direzione chiara e per nulla difficile da comprendere. Provare a stimolare ulteriormente un giocatore reputato ancora fondamentale, al termine di una stagione che lo ha visto mettere a segno 33 gol terminando stremato come il resto del gruppo, e pagando nel finale una condizione fisica precaria. Con l’estate all’orizzonte, sono arrivati – accompagnati per mano – i mal di pancia, travestiti da proteste per i mancati investimenti: “Qui non c’è più un grande progetto, il club non investe”. Dichiarazioni che non hanno potuto non lasciare il segno, ma che di fatto cadono in un momento che vede la società impegnata più a resistere alla tentazione di monetizzare, che preoccupata del senso da dare agli investimenti. Dal ritiro della nazionale svedese, il fuoriclasse ammette di aver ricevuto qualche rimprovero dai vertici rossoneri: “Mi è arrivata qualche telefonata, mi hanno sgridato un po’…Ci ho fatto l’abitudine. Conta quello che ho detto, non mi rimangio le parole”. Anche perché, siamo certi, quelle parole Ibra le direbbe di nuovo, soprattutto perché purtroppo sono ancora attuali. Perché all’orizzonte investimenti non se ne vedono, ma la voglia di restare in alto, quella sì. Tenere Thiago. L’unico affare possibile in un contesto come quello attuale, ma un grande affare, testimone di ambizioni non sopite e senza prezzo. L’unico modo per far contento Ibra, che una volta tanto potrebbe anche rimangiarsi le parole.