Un fiume di Rino: da Ancelotti ad Allegri passando per Leo. Il suo Milan, l'Azzurro e quell'offerta dalla Russia
Rino Gattuso si racconta, come sempre a cuore aperto, ai microfoni di “Milan Channel” in una lunga intervista su tutto l’universo rossonero, sul proprio passato e sul proprio futuro con la maglia dei campioni d'Italia: “Il Milan più forte dove ho giocato? Parlando con Nesta, Ambro, Abbiati, anche se è stato via per qualche momento, ci accorgiamo che nel periodo di Ancelotti e delle tre finali di Champions eravamo veramente forti, non dico al livello del Barça, però in Europa ci temevano tutti. Il Barcellona è una grandissima squadra, una delle più forti di tutti i tempi, sanno di essere bravi ma come capitava a noi non credo che se ne accorgano completamente. Quando passa il tempo e guardi indietro capisci che giocavi in un gruppo veramente strepitoso. Ibra e Cassano? Ibra è una grande sorpresa, lui è sanguigno quando s’arrabbia è meglio stargli lontano. E’ un “cattivo”, scherza ed è divertente ma se si arrabbia... Antonio? mi fa più arrabbiare. E’ un grande campione, ha grandi qualità però a volte non le sfrutta, mi fa un po’ arrabbiare perché lui è veramente tanto forte. Un ritorno in Nazionale? No, io ho già dato. Ho detto basta dopo il Mondiale anche perché sono in una condizione in cui ho preferito dedicarmi solo alla maglia Milan. Ho dato tutto alla Nazionale e la Nazionale ha dato tutto a me. L’obiettivo è giocare questo e un altro anno e poi come si suol dire “Les jeux sont faits”. 11 anni in Azzurro non si dimenticano tra Mondiali ed Europei, con l’immensa gioia di aver vinto la Coppa del Mondo. Difficilmente posso cancellare tutto questo, ma ogni cosa ha una fine e arriverà anche il momento di lasciare il calcio. Se mi mancherà? Già adesso se ci penso mi mangio le unghie, però bisogna comunque farsi trovare preparati per non soffrire e per rigenerarsi anche fuori dal campo. Il giovane che più mi ha sorpreso? Dico Valoti. Innanzitutto è un ragazzo per bene, ha grandi qualità, mi dispiace che per questa infezione della vescica non riesca ad allenarsi con noi, ma credo veramente che possa fare una grande carriera. È un ragazzo educato, voglioso di far bene, possiede caratteristiche umane che mi hanno sorpreso. Ancelotti all’Inter? Conoscendo il personaggio e il suo amore per il Milan non ci ho neanche pensato. Avrei scommesso qualsiasi cosa sul fatto che non sarebbe andato all’Inter. Leonardo? Tutti pensano che il veleno ci sia stato perché non giocavo. Io ero il primo a sapere che non ero in forma come gli anni scorsi. Le motivazioni nascono da come mi ha trattato e come ha trattato anche altri, ma sul coro ho sbagliato. Dentro di me non me la sono perdonata, non ho fatto una bella figura, mi sono arrabbiato con me stesso ed è giusto ammettere l’errore. Allegri? Con lui avevo giocato due anni a Perugia. Gli ho sempre detto in questi mesi che per me è stato una sorpresa. Da giocatore aveva qualità ma poca voglia. Da allenatore invece è un martello, è molto preparato e ne sa di calcio. E’ un vero toscano, vive alla giornata non è mai teso o incazzoso. Pirlo? Io e Andrea giocavamo insieme da 18 anni, dai 16 anni con le Nazionali fino all’anno scorso. Si capisce che eravamo davvero come due fratelli, è stato un grande compagno che mi ha aiutato tanto, è anche merito suo se sono migliorato. Le differenze tra me e Eto’o con l’offerta dell’Anzhi? Mi arrivò la proposta dal Dubai, non accettai e poi ci andò Cannavaro. Poi i russi dallo sconosciuto Daghestan chiamano Gattuso, vado a parlare con Kherimov, rifiuto ed ecco che altri grandi giocatori ci vanno. Si vede che sono io che apro la strada (scherza). Io sono contento di rimanere qua ci mancherebbe però devo ammettere che l’anno scorso ci ho pensato seriamente e tantissimo. L’offerta era incredibile non come Eto’o perché lui è molto più forte di me, però i soldi erano davvero tanti. A fine campionato ne ho parlato con Galliani lui ha ribadito il fatto che la volontà del club era che restassi ma per il rapporto che avevamo era giusto che fossi io a decidere e a riflettere con un’offerta così. Però questo nuovo attestato di stima del Milan mi ha fatto scattare nuovamente la molla e Galliani per l’ennesima volta si è comportato alla grande. Poi anche la famiglia non gradiva la destinazione, inoltre magari non si sa che ho 50 persone che lavorano per me con tutte le attività che ho intrapreso e anche questo conta. Valutando tutte le cose ho rifiutato anche perché è difficile lasciare un posto e una società come questa dopo tanti anni. Preferisco farlo quando non servirò più”.