.

Un anno dopo l'esonero di Fonseca: allenatore e squadra hanno riconquistato l'amore dei tifosi, dirigenza e proprietà no

di Manuel Del Vecchio

Un anno fa si scriveva una delle pagine più deprimenti della recente storia del Milan, con l'allenatore Paulo Fonseca esonerato la notte tra 29 e 30 dicembre, al termine di un Milan-Roma 1-1 in cui la squadra arbitrale negò un rigore netto per una scivolata folle di Pisilli su Reijnders (ad Open VAR scelsero deliberatamente di non parlarne). Il tecnico portoghese venne mandato in pasto ai giornalisti con l'esonero ufficioso, ma non ufficiale: l'ex Lille andò in sala stampa con grande dignità e lascio San Siro con un laconico: "Così è la vita". Qualche ora dopo Ibrahimovic, durante la conferenza di presentazione di Conceiçao, faceva mea culpa chiedendo scusa all'allenatore esonerato per tempistiche e modalità. Il dicembre dell'anno scorso non è stato positivo tra risultati, strafalcioni comunicativi e contestazioni verso giocatori e dirigenza avvenute anche alla festa del Club per i suoi 125 anni.

Il prosieguo con Conceiçao, tolta la Supercoppa vinta in un derby godereccio che ancora oggi infastidisce gli interisti, dichiarati e non, non è andato meglio né sul campo e né a livello ambientale. Prestazioni disastrose, Champions League persa contro il Feyenoord, primi quattro posti in campionati abbandonati già a marzo ed una finale di Coppa Italia giocata (giocata?) in modo indegno. Nel frattempo, malumori vari, collaboratori con la gola profonda, contestazioni a non finire verso Furlani, Scaroni e Cardinale: l'ambiente si era fatto pesante al limite dell'insostenibile, tant'è che a fine anno si è scelto di stravolgere l'area tecnica andando ad ingaggiare un DS, Tare, ed un allenatore "decisionista ed accentratore", andando così a sconfessare le scelte fatte durante l'estate 2024 con tanta presunzione .

Sebbene il mercato non sia stato perfetto, usando un eufemismo, lasciando la rosa incompleta e carente in alcune posizioni, Massimiliano Allegri è riuscito a riportare il bel tempo a Milanello. La rosa è finalmente squadra, c'è nuovamente una cultura del lavoro adeguata alla maglia indossata ed il clima è decisamente più sereno. La squadra è a 35 punti dopo 16 giornate, è al secondo posto a -1 dalla vetta e soprattutto ha riconquistato l'amore del pubblico con l'unico metodo che il calcio conosce: vincendo partite. Allegri l'ha detto dal giorno uno: al Milan la vittoria è la normalità, non l'eccezzione. Il pubblico rossonero ha visto nel tecnico livornese la figura accentratrice in cui identificarsi e da cui sentirsi protetti: situazione che mancava dalla cacciata di Maldini.

Lo stesso non si può dire per i massimi dirigenti: Furlani e la proprietà rimangono osteggiati e malvisti. Il ritorno del tifo, il nuovo entusiasmo ed il grande trasporto non devono essere visti come un perdono totale: squadra e allenatore al momento rendono orgogliosi tutti, ma finisce lì. Si deve avere quindi l'intelligenza e la furbizia di non andare a turbare questo nuovo equilibrio ritrovato che riesce a dare un boost alla squadra anche sul campo.


Altre notizie
PUBBLICITÀ