Tutto è cominciato dal derby
Fonte: articolo di Enrico Cerruti per Sportitalia
Da grande stratega subito vincente a principale responsabile delle difficoltà del Milan. Sembra già passato un secolo da quando il calcio italiano si inchinava ai piedi di Massimiliano Allegri, capace di riportare lo scudetto in casa rossonera dopo sette anni, e di conquistare tutto il mondo Milan. Il tecnico livornese all’apparenza pacato e mai sopra le righe, aveva imposto le sue idee gestendo alla perfezione uno spogliatoio di senatori e cambiando la filosofia del Milan che negli ultimi anni ballava il samba, ma non vinceva più. Con Boateng finto trequartista al posto di Ronaldinho aveva vinto il tricolore al primo colpo, interrompendo il dominio dell’Inter e la supercoppa di Pechino sembrava l’antipasto di un’altra stagione di trionfi. I colleghi lo hanno premiato come miglior allenatore del 2011, il Milan gli ha rinnovato il contratto dopo una lunga telenovela e nessun giocatore ha mai parlato male di lui. Adesso però le cose sono cambiate. E’ cominciato tutto con la sconfitta nel derby in cui è stato criticato per aver preferito Emanuelson a Robinho ed El Shaarawy. Allegri ha insistito troppo sull’olandese poco amato dai tifosi e ha preferito non dare piena fiducia al talento emergente italo-egiziano. Nel frattempo gli infortuni hanno svuotato il centrocampo e il Milan ha perso quella grinta e quella solidità che l’avevano portato a dominare in Italia. Adesso è il sergente Conte il tecnico del momento e la famelica Juve sembra il Milan dell’anno scorso. E’ molle e non trasmette la carica giusta, dicono ora i tifosi rossoneri di Allegri, improvvisamente sul banco degli imputati, proprio alla vigilia delle sfide chiave con Udinese e Juve in campionato e con l’Arsenal in Champions. E’ adesso che dovrà zittire chi non lo aveva mai considerato da Milan sconfiggendo critiche e pressioni con cui non era più abituato a convivere.