Tomori alla BBC: "Mai sentito meglio, dobbiamo tornare in Champions. Quando Modric parla, lo ascolti"
FIkayo Tomori nel prossimo mese di gennaio festeggerà il quinto anno al MIlan. Il centrale inglese è tornato, dopo un paio di stagioni complicate, ad avere il posto da titolare fisso nella squadra rossonera, grazie anche all'arrivo sulla panchina milanista del tecnico livornese Massimiliano Allegri. Nella giornata di oggi il numero 23 è stato intervistato in esclusiva dalla BBC Sport: una chiacchierata in cui si è parlato del Milan, dei Mondiali e di altri temi personali. Le sue dichiarazioni.
Sul nome Oluwafikayomi: "I miei genitori sono nigeriani, quindi i nomi vengono dalle loro tribù. Ogni tribù ha una frase che viene abbreviata in un nome, così Oluwafikayomi significa 'Dio mi ha riempito di gioia' e Oluwadamilola significa 'Dio mi ha riempito di ricchezza'".
Sul cambiamento di marcia in questa stagione: "Siamo tutti tornati in estate con qualcosa da dimostrare, individualmente e collettivamente. Dobbiamo attaccare la stagione e tornare in Champions League".
Su cosa ha cambiato Massimiliano Allegri: "Fisicamente è il meglio che mi sia mai sentito. Parte di questo è sapere dove devo essere in campo. Mi ha aiutato molto quando si tratta di leggere il gioco. È una cosa semplice, ma non c'è bisogno di esagerare come difensore. Si tratta di correre in modo più intelligente, non più duro"
Sulla lingua italiana e la vita in Italia: "Anche l'accento viene naturale. Se non parlo con l'accento o non lo attivo, non capiscono. È un modo di vivere diverso, ma la differenza più grande è come ci alleniamo. In Italia c'è molta più concentrazione su come giocheremo, mentre in Inghilterra l'allenamento può essere più fisico e intenso. Quando stavo crescendo c'era uno stereotipo secondo cui i giocatori inglesi non andavano all'estero, ma ora ce ne sono parecchi, il che dimostra che possiamo andare all'estero e adattarci anche a un modo di vivere diverso"
Sul peso del Milan e Milanello: "È pazzesco. Entri ogni giorno e vedi foto di giocatori come Maldini, Baresi, Kakà, Zlatan (Ibrahimovic) e Nesta. Quindi senti decisamente l'aspettativa sapendo che quei giocatori erano nello stesso edificio. E arriva dai tifosi che incontri in città. Ti rendi conto di quanto peso abbia la maglia. Amo il fatto che siano così orgogliosi del club e che ci sia un'aspettativa che noi dobbiamo rispettare e fare ciò che hanno fatto quelli prima di noi"
Sul Mondiale: "Voglio andarci? Certo, lo voglio per me stesso e so che vincere il campionato aiuterà. Ho parlato con Tuchel dopo l'ultima pausa per le nazionali a novembre. Abbiamo parlato diverse volte e il messaggio è di continuare a fare quello che sto facendo. Il Mondiale è tra sei mesi e c'è molto calcio da giocare. So che sta guardando e tiene d'occhio perché ha convocato Ruben Loftus-Cheek. Questo mi dà la fiducia che posso farcela. È venuto a Milano la scorsa stagione e so che riceve i nostri dati e vede i nostri video regolarmente. Il modo in cui ne ha parlato è che è difficile perché ci sono così tanti giocatori in quella posizione, e lo capisco perché hai giocatori come John Stones, Marc Guehi, Dan Burn ed Ezri Konsa. Ma il Mondiale è ancora un sogno e sto lavorando per quello"
Sul chiedere consigli a Modric: "Sì, ma si tratta più di ascoltare quando parla e vedere il modo in cui si comporta e si allena. Capisci semplicemente i livelli e, dato che è Modric, ogni volta che parla tu semplicemente ascolti"