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Su Pato ha ragione Seedorf, ma il Milan ha solo due strategie

di Matteo Calcagni

Le parole di Jean Pierre Meersseman, pronunciate al rientro da Atlanta, avevano soltanto alimentato una dolce illusione: "Pato sta benissimo, direi che abbiamo trovato le risposte che cercavamo. Torniamo dagli USA con le idee più chiare". Neanche il tempo di assaporare il gusto del ritorno che, dopo soli quattordici minuti di gioco, il brasiliano si è fermato per l'ennesima volta: la solita coscia, il solito flessore, i soliti problemi... Non funziona più neanche la "legge di San Siro": l'ex Internacional si era finora infortunato soltanto sul disastrato terreno casalingo, mai in trasferta se non a Udine (lussazione alla spalla per scontro di gioco). Il quattordicesimo guaio muscolare in quattordici mesi, il quinto in questa stagione: il dato è chiarissimo, quest'anno il ventiduenne verdeoro ha collezionato più lesioni che gol (soltanto quattro sommando le tre competizioni). Clarence Seedorf, intervistato nel postpartita del Camp Nou, ha paragonato la situazione di Pato a quella che fu di Ambrosini: il centrocampista pesarese trascorse anni difficili e ricchi di infortuni poi, improvvisamente, la sua situazione si risolse in maniera definitiva. Il trentaseienne olandese ha insistito anche sul lasciar sereno il ragazzo, senza alimentare pressioni e/o trepidanti attese. Un discorso che non fa una piega, ma che stride con i numeri di un calciatore, prima fenomenale, poi caduto nell'oblio degli infortuni: sessantuno gol segnati in quattro anni, nonostante due stagioni almeno trascorse tra il campo e l'infermeria. Seedorf ha ragione, ma deve essere il Milan, per primo, a prendere una posizione netta e decisa. Se il Papero non offre più garanzie, e la pazienza è finita, allora l'unica opzione resta la cessione (come d'altronde era già accaduto a gennaio). Nel caso contrario, invece, bisognerà attuare una precisa strategia: il reparto offensivo dovrà essere costruito tenendo conto dei problemi del numero 7, affiancando a Zlatan Ibrahimovic un altro attaccante col "vizio" del gol. Così facendo il brasiliano avrebbe tutto il tempo per recuperare: i riflettori si sposterebbero altrove, come d'altronde sta già succedento in questa stagione.


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