.

Squadra scarsa? Solo scuse...

di Salvatore Trovato

Premessa: il Milan, questo Milan, non è da Scudetto e non lo sarà mai, salvo miracoli miracolosi (il gioco di parole è voluto). Il titolo, dunque, non tragga in inganno. La sostanza, però, sta tutta lì: la squadra, con buona pace di Galliani, non sarà all’altezza del tricolore - ok, tutti d’accordo - ma è assolutamente in grado di battere in casa formazioni di medio-basso livello come Sampdoria (neopromossa, ndr) e Atalanta. Basta leggere e confrontare le due formazioni in campo ieri, infatti, per rendersi conto della differenza di valori. L'organizzazione dei bergamaschi, però, ha fatto il resto, a dimostrazione del fatto che per essere competitivi servirebbe solo un po' di spirito, ordine e sana cultura calcistica (l’esperienza dell’ultima Juventus scudettata, non ha ancora insegnato niente?).
La scusa delle cessioni e della campagna acquisti deludente, dunque, non può reggere, soprattutto quando giochi nel cortile di casa contro avversari, come detto, non certo irresistibili. E allora, il problema sta altrove, forse nella psiche, sicuramente nella guida tecnica. Nelle ultime due stagioni era stato Ibrahimovic - a detta di molti - a condizionare ed influenzare negativamente il gioco del Milan: palla allo svedese e pedalare, si diceva... E giù con le critiche al gioco balbettante dei rossoneri, nonostante i gol a grappoli dell’attuale mago parigino. Quest’anno, però, la situazione è ben diversa: Ibra non c’è più ma la manovra è addirittura peggiorata. Colpa degli acquisti, dei sostituti non all’altezza, della poca qualità, dicono adesso quelli che masticano bene - ma solo a chiacchiere - l’arte del football. Ebbene, non dovrebbe essere Allegri, libero finalmente da condizionamenti, a scatenare il proprio estro tattico, portando il suo Milan a giocare un calcio quantomeno apprezzabile, perlomeno contro avversari modesti? Invece no, anzi, il buon mister becca lezioni a domicilio da Ferrara e Colantuono, schierando un paio di formazioni senza capo ne coda, con giocatori sempre più demotivati, confusi e incapaci di digerire gli schemi (spesso cervellotici) del proprio tecnico.
Squadra scarsa, dunque? Si, ma solo se paragonata a Juve, Napoli, Roma e team di simile spessore. Qui, invece, siamo di fronte ad un gruppo abbattuto dai colpi di Costa e Cigarini. Molti elementi della rosa, a quanto pare, hanno assorbito eccessivamente le scorie mediatiche di un mercato certamente al di sotto delle aspettative ma non così disastroso come qualcuno ha voluto far credere. Servirebbe solo una scossa, un’idea, un po’ di polso. Meglio una guida, un punto di riferimento, in soldoni, un tecnico che sappia prendere in mano una situazione adesso critica, sgomitando se necessario. Nessun processo al buon Allegri, sia chiaro, solo un piccolo rimprovero ad un allenatore che sembra aver subito passivamente il clima di smantellamento respirato questa estate a Milanello, presentandosi ai nastri di partenza della stagione con una evidente rassegnazione post cessioni, trasmettendo il tutto ad un gruppo pieno di giovani dal carattere ancora da forgiare. La falla, dunque, nasce proprio da lì. Nessuno, quest’anno, pretende di vedere un Milan da Scudetto ma solo un Milan gagliardo, con gli attributi in evidenza, in grado di sbrigare senza problemi alcune semplici pratiche, sopperendo con la compattezza e la grinta alle carenze tecniche. Basta con la solita tiritera: la squadra non è il massimo della qualità ma niente scuse, perché, a furia di ripeterlo, qualcuno ci sta già sguazzando.
 


Altre notizie
PUBBLICITÀ