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Sì all'Apache, ma c'è il nodo mediana

di Matteo Calcagni

L'operazione Tevez è di quelle succose, da leccarsi i baffi. Parliamo di un campione, non di una seconda scelta: un calciatore che, già a ventisette anni, ha vinto tutto a qualsiasi latitudine. Il Milan, che dovrà obbligatoriamente sostituire Cassano, sembra intenzionato a proseguire sulla strada tracciata, aggiungendo un'altra personalità fumantina al suo già ricolmo arsenale. Quello che emerge, tuttavia, è la seguente considerazione: Tevez è extracomunitario e, acquisendolo, il Diavolo occuperebbe il secondo slot disponibile. Poco male, direte voi, ma resta da capire dove, e come, intervenire per rinforzare il centrocampo. La gara col Barcellona, infatti, ha messo in luce come i problemi reali del Milan, soprattutto contro top team, siano principalmente identificabili sulla linea mediana. Aquilani e Nocerino hanno offerto un ottimo impatto in questo scorcio di annata, ma le vere preoccupazioni sono rivolte al ruolo di schermo davanti alla difesa: van Bommel non ha convinto, non confermando finora la scorsa buona stagione, mentre Ambrosini ha risposto presente ad intermittenza, anche a causa di un fastidioso infortunio. Intervenire in quella posizione, visti i problemi di Flamini e Gattuso, sembra quasi un obbligo. Se la dirigenza rossonera prenderà Carlito, tuttavia, i piani dovrebbero modificarsi: il Diavolo ha finora seguito princiaplemente "volanti" brasiliani, tutti privi del passaporto europeo. Urge dunque spostarsi su altri nomi, tenendo d'occhio il portafoglio ma anche lo status da comunitario: Montolivo potrebbe essere un'idea, anche in relazione al contenuto costo del cartellino, ma la sensazione è che il Milan lo veda più come un'alternativa sugli interni, piuttosto che come un rinforzo come baluardo centrale.


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