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Serve un Milan provinciale per puntare l'Europa

di Stefano Maraviglia

Quando tutto risulta difficile, bisogna ricorrere alla forma più semplice per riuscire nell'impresa, questo Milan particolarmente fragile caratterialmente, deve muoversi passo dopo passo, alla ricerca di una certa convinzione. In Italia la squadra di Allegri sta faticando ad imporsi, qualche piccolo segnale è emerso, ma è ancora troppo debole per far gridare al "miracolo", in Europa il compito è ancora più difficile. Se fino a qualche anno fa, le squadre dell'est spaventavano solo per questioni legate al clima o al periodo in cui venivano affrontate, oggi la questione si è fatta ben più complessa. Talentuosi giocatori europei e sudamericani, migrano verso il freddo est, alla ricerca di vetrine importanti e ingaggi faraonici, in cambio offrono tutta la loro bravura. E' così che il Milan si troverà ad affrontare, due nomi a loro tempo finiti sul taccuino di Adriano Galliani. L'attaccante brasiliano Hulk e il centrocampista belga Witsel, sono solo alcuni degli interessantissimi elementi che compongono l'undici guidato da Luciano Spalletti. Anche il tecnico toscano è stato spesse volte elogiato pubblicamente e accostato dai vertici di via Turati. Contro lo Zenit dunque, servirà un Milan "provinciale", in grado di arginare con umiltà le folate dei russi, per poi impadronirsi della scena, con trame ben eseguite e contropiedi fulminei. Determinante e fondamentale sarà il ruolo dei vari Boateng, Emanuelson, Bojan, Pazzini ed El Shaarawy, chiamati a finalizzare l'azione che dovrà necessariamente partire dalle retrovie. Quello che doveva essere l'anno della svolta, è diventato ormai quello del ritorno all'assoluta umiltà, i rossoneri per rivedersi grandi, devono ripartire da zero, anzi da uno. Uno è il punto conquistato da Ambrosini e co. in quel di San Siro, contro l'Anderlecht nella pima partita del girone. Troppo poco per chi punta alla vetta, per una squadra smobilitata sì, ma che porta nome e colori del Milan.


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