Senza Ibra, in attacco con più brio

Se è inutile piangere sul latte versato o tirare in ballo giocatori ormai facenti parte del passato, utile può tornare raffrontare due strutture e situazioni diametralmente opposte. Il Milan delle stelle è oggi la squadra dei gregari, le superstar alla Ibra hanno lasciato spazio agli "sgobboni" come Pazzini e, inevitabilmente i risultati si sono immediatamente visti, dovuti al difficile adattamento della squadra, alla nuova struttura tecnico-tattica. Per tanti contro riscontrabili, ci sono alcuni pro, che meritano di essere analizzati. Lo svedese risolveva e spesso vinceva da solo le partite, mascherava i problemi del Milan, abbinando lo spettacolo delle giocate personali, ai risultati, monopolizzando però la manovra, mettendo in difficoltà e in ombra, i compagni di reparto. Nel calcio contano i risultati è vero, ma il modo di fare dell'ormai ex n.11 milanista, ha stoppato la crescita di un talento come El Shaarawy, troppo spesso chiamato a "servire" il più celebre compagno di reparto. Perso il fuoriclasse approdato al Psg, è cambiato tutto in casa rossonera. I risultati stentano ad arrivare per più motivi, ma l'attacco parso in affanno nelle prime apparizioni (eccezion fatta per Bologna), dopo l'ultima gara in casa con il Cagliari, ha lanciato buoni segnali. Non si può parlare di problema-gol risolto, ma se Pazzini a seguito della tripletta ai felsinei fatica a mettere un'altra firma, El Shaarawy dopo mesi trascorsi all'ombra di Ibra e spesso comodo in panchina, si gode la propria titolarità e vena realizzativa. Il tridente ideato da Allegri favorisce i cross, ma soprattutto, agevola i giocatori di passo e velocità. Il Faraone ed Emanuelson hanno già provato, presto toccherà a Robinho, Bojan e magari Pato. Meno statico, più creativo, l'attacco milanista vive una metamorfosi importante e soprattutto impegnativa. Tre punte a tener li i difensori avversari, i giocatori dotati di maggiore estro a favorire la superiorità numerica, il Milan dei gregari, cerca nuove star.