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Ritocco sì, salasso no

di Matteo Calcagni

Puntuale come un orologio svizzero, capace di rievocare lo spauracchio delle scorse settimane, arriva una notizia non proprio gradita alla ciurma milanista: Thiago Silva, tramite il suo agente Paulo Tonietto, avrebbe richiesto un aumento di ingaggio fino a 7.5 milioni annui. Era prevedibile che l'entourage del brasiliano avrebbe bussato alla porta del Milan, vista la differenza tra il contratto proposto dal PSG e quello percepito attualmente in rossonero. I tifosi, tuttavia, possono dormire sonni tranquilli per due ragioni principali: il presidente Berlusconi si è esposto in maniera pubblica e decisa, blindando l'ex Fluminense e togliendolo dal mercato; il centrale verdeoro, inoltre, è legato al Milan fino al 30 giugno 2016. E' probabile che lo stipendio di Thiago venga ritoccato verso l'alto, viste anche le indubbie qualità, ma appare complicato che il Diavolo accetti un aumento da 4.5 a 7.5 milioni netti a stagione. Si andrà auspicabilmente verso una via di mezzo, riconoscendo al brasiliano un compenso adeguato ed evitando pericolosi malumori. Da qui a temere un ritorno dei francesi ce ne passa... Solo se arrivasse un'offerta impossibile da rifiutare, superiore di gran lunga ai 46 milioni di euro precedenti, il Milan potrebbe decidere di riaprire le trattative e cedere il suo gioiello: il danno tecnico e di immagine, tuttavia, sarebbe comunque esagerato. Con l'agente del ventisettenne di Rio de Janeiro si troverà l'intesa: inevitabile e giustificabile il ritocco, difficile il salasso, visto il lungo rapporto che sussiste fra le parti.


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