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Rinunciare all'irrinunciabile

di Matteo Calcagni

Giampaolo Pazzini, nel corso dell'allenamento sostenuto ieri pomeriggio a Milanello, ha avvertito un fastidio al ginocchio destro. Ci sono buone probabilità che il problema sia lo stesso già emerso in Nazionale, ovvero quel versamento articolare che l'aveva fermato la scorsa settimana. Oggi verranno valutate le condizioni dell'attaccante toscano, in modo da capire se sarà disponibile (o meno) per la gara contro l'Atalanta. Già nella serata di ieri filtrava un cauto ottimismo, ma la situazione dovrà essere valutata con attenzione. Se entro domani il dolore non dovesse rientrare, sarebbe più logico tenere Pazzini a riposo precauzionale. E' innegabile che contro i bergamaschi ci si troverà di fronte a chiare difficoltà (sfondare la loro difesa senza ariete), ma rischiare un lungo stop sarebbe qualcosa di ben peggiore. Nelle prossime tre settimane il Milan dovrà fronteggiare sette avversari: si può rinunciare al proprio (ed unico) centravanti per una sola partita, ma non per cinque o addirittura sei. D'altronde, ad eccezione del giovanissimo Niang, mancano alternative vere e proprie al numero 11. Pato è in fase di recupero ma, vista la sua storia, accelerare i tempi peggiorerebbe le cose. Il Papero dovrebbe rientrare tra Cagliari e Parma, fino ad allora bisognerà dosare le forze ed evitare ulteriori infortuni. Come schierare l'attacco milanista senza Pazzini? Sebbene non possieda "le physique du rôle" dell'attaccante di peso, Bojan Krkic ha giocato spessissimo come prima punta. Al Barcellona agiva principalmente come vertice alto dell'attacco, svolgendo un ruolo diverso rispetto al classico centravanti boa. Per una gara o due potrebbe farlo anche al Milan, con tutte le differenze del caso. Qualora il ventottenne di Pescia fosse pienamente ristabilito, bene. Viceversa, se il fastidio non si esaurisse completamente, meglio affidarsi a Bojan Krkic, preservando il Pazzo per il resto del "tour de force".


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