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Rafa Leao, così sì che puoi diventare davvero un grande (meglio se al Milan)

di Redazione MilanNews

Il pareggio contro l’Atalanta lascia ancora l’amaro in bocca, per la mole di gioco prodotta, per i pochissimi pericoli corsi durante la gara e per l’agonismo messo in campo da parte di una squadra che da un po’ di tempo sembrava in deficit di carattere. Il Milan ha tirato 20 volte verso la porta di Carnesecchi (contro le 8 dei bergamaschi), ha tirato in porta 7 volte (a 3), ha avuto il 69% del possesso palla (contro l’Atalanta, ricordiamolo), ha messo a segno 628 passaggi (a fronte di 294), con una precisione dell’88% (contro il 73%). I numeri parlano chiaro anche a chi non avesse visto la partita: il Milan ha dominato, in campo ci sono stati solo i rossoneri e se di vittoria non si è parlato si può sintetizzare il discorso in una parola più di ogni altra: episodio. Il rigore concesso da Orsato, chiamato all’on field review, è stato accolto in maniera dubbia anche dallo stesso Gasperini(che qualcosa vorrà dire) e se c’è una cosa di cui si è sicuri è che Giroud avrebbe potuto per lo meno essere meno ingenuo. Ma pur dopo il rigore, il Milan non si è scomposto e ha continuato a macinare gioco. Con Leao sempre dentro la partita.

QUESTO È IL TIPO DI GIOCATORE CHE TI FA FARE IL SALTO DI QUALITÀ 
Sì, perché a Rafael Leao questo gli si rimproverava maggiormente. Il fatto di non essere continuo, non soltanto tra una partita e l’altra, ma anche all’interno della stessa partita. Il Milan ha iniziato col piglio giusto la gara contro l’Atalanta e il gol di Leao al 3’ non ha fatto altro che galvanizzarlo, ma dopo il pareggio non erano in tanti ad essere certi che il numero 10 rossonero avrebbe continuato a brillare. E invece così è stato, continuando a rimanere il pericolo pubblico numero uno per la difesa bergamasca, la quale - specialmente con Scalvini - non è riuscita a prenderlo mai. Se il Milan non ha segnato di più è soltanto perché il calcio resta pur sempre un gioco di squadra, perché a Leao non si può imputare proprio niente. Leao che contro l’Atalanta ha messo in atto quella che probabilmente è la sua miglior prestazione da quando veste rossonero, a prescindere dal gol ma proprio per “presenza” in campo e nella partita. Questa versione di Rafa è quella dei tipici giocatori che ti fanno fare il salto di qualità e sta a lui e a lui soltanto trovare la continuità mentale per applicarsi costantemente così. Una continuità di rendimento che potrebbe proiettare il portoghese tra i migliori al mondo e che il ragazzo farebbe meglio a perseguire in rossonero, dov’è amato e coccolato da chi lo ha visto crescere e sbocciare e non si aspetta immediatamente il rendimento di un top player che Rafa ancora non è, ma che sembra essere intenzionato a diventare veramente.

Di Luca Vendrame


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