Questione di minuti...
Dopo le voci, il dubbio. Dopo il dubbio, la conferma, quindi l’addio. L’addio ad un obiettivo che a giugno è sembrato vicinissimo, interessato a rimettersi in discussione in una squadra che potesse assicurargli un minutaggio soddisfacente. Seydou Keita ha chiesto spazio, quello spazio che il Barcellona e Vilanova non possono garantirgli. Si è guardato intorno, ed ha scelto. Il centrocampista maliano, estremamente duttile e capace di abbinare qualità e quantità, è finito in orbita Milan da diverse settimane, scatenando un tira e molla scandito dalle smentite provenienti sia da Milano che da Barcellona, ma con il passare del tempo tutto è divenuto più chiaro. Con l’ingresso della Cina nel campo delle ipotesi, tutto è cambiato, sotto ogni punto di vista. E’ divenuto evidente che per il diretto interessato, a contare non erano solamente – come è giusto che sia – il minutaggio e la vetrina, ma soprattutto l’ingaggio. 32 anni, Keita è cresciuto calcisticamente con la maglia del Marsiglia, in Francia si è messo in mostra con quelle di Lens e Lorient prima di approdare in Spagna, al Siviglia nel 2007. Da lì al top del calcio mondiale, il passo è stato brevissimo: ha impiegato un anno a finire nelle mire del Barcellona in piena ascesa. Si è messo in gioco con polmoni e piedi buoni (divenuti tali a forza di giocare con fenomeni), impegno e duttilità, giocando a centrocampo ma anche in difesa all’occorrenza. Un atleta dal suo palmarés non può accontentarsi facilmente, sicché il tira e molla è divenuto più impegnativo: prima da Barcellona a Milano, poi da Barcellona a Dalian, dove alla fine il mediano si trasferirà. Giocherà nel Dalian Aerbin FC, si esibirà sul prato dello stadio Jinzhou e vestirà la maglia di un club che vanta tre anni di vita, ma riesce a pagare ingaggi pari 14 milioni per due stagioni e mezza. Un affare sfumato per questione di minuti, ma non solo…