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Quel trio che stuzzica la fantasia...

di Matteo Calcagni

Cosa sarebbe successo se il Milan, come accaduto alla Roma con la cessione di Borriello e la seguente tegola Osvaldo, avesse già trasferito (o meglio "prestato") Stephan El Shaarawy? Ai primi di gennaio la situazione era diametralmente differente a quella attuale: Tevez sembrava ormai cosa fatta e, vista l'abbondanza di "tenori" in avanti, la partenza del Faraone pareva quasi scontata. Dopo un paio di settimane tutto è cambiato: Pato è rimasto, nonostante le pressioni del Paris Saint-Germain, infortunandosi nuovamente proprio nella serata del giovane italo-egiziano. Ieri, nel gelido palcoscenico milanese, l'attaccante italo-egiziano ha giocato 120 minuti, più della metà di quelli disputati finora in stagione: 210 in campionato in 8 presenze. A stupire, più che il bellissimo gol e i dribbling ubriacanti, è stata l'intensità e il vigore messo in mostra da Stephan, chiaramente lontano dal miglior ritmo partita. El Shaarawy ha confessato di aver avvertito crampi già da metà ripresa, ma questo non gli ha impedito di disputare (in modo più che positivo) anche i tempi supplementari. Al momento, visto l'ennesimo problema di Pato e l'indisponibilità di Cassano, Allegri dovrà obbligatoriamente puntare sul talento ex Padova, affiancandolo magari a Robinho e Ibrahimovic. Un talento che, per fortuna, è stato trattenuto a Milanello nonostante le tante richieste, tanto da diventare un elemento fondamentale per il prosieguo della stagione. A Novara, invece che riproporre per l'ennesima volta Emanuelson in un ruolo non propriamente suo, sarebbe più appropriato sfoderare il trio citato in precedenza: il Faraone e il brasiliano potrebbero agire magistralmente attorno al totem svedese, sfruttando le sue sponde e i suoi assist. Un tridente che stuzzica la fantasia del popolo rossonero, complice l'ascesa impetuosa del giovanissimo campioncino savonese.


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