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Quando si spegne lui... E' buio pesto

di Matteo Calcagni

Il girone d'andata, seppur con le tante reti di Nocerino e Boateng (11 in campionato), ha avuto un solo ed unico protagonista: Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese ha tolto spesso le castagne dal fuoco ai rossoneri, decidendo una serie quasi infinita di gare. L'Ibra-dipendenza non è certamente un difetto, ma avere alternative in fase realizzativa è cosa buona e giusta. Per questo motivo, e non solo, il Milan ha seguito il sogno Tevez per due mesi interi, senza però riuscire nell'intento. L'argentino non avrebbe certamente risolto la gara dell'Olimpico, vista la lunga inattività, ma il suo arrivo sarebbe risultato importante per i mesi che verranno: mesi in cui, volente o nolente, Allegri dovrà tirare fuori dal cilindro altre soluzioni. Lo scudetto non è ancora perso, ma il leitmotiv rossonero è ormai chiaro: se Ibra non segna, o non accende la luce, è buio pesto in casa Diavolo. L'anno scorso, bisogna ricordarlo, gli attori protagonisti erano superiori e decisivi: Pato e Robinho, che la stagione passata hanno totalizzato 28 gol in due, sono fermi a 3 reti complessive in campionato. Numeri che, in un testa a testa serrato per la vetta, fanno la differenza in negativo. El Shaarawy può rappresentare una risorsa notevole, ma deve ricevere più fiducia: nettamente il migliore del reparto offensivo a Roma, il Faraone è stato sostituito sullo 0-0 senza motivo apparente. Maxi Lopez, acquisito dal Catania come rinforzo per l'attacco, ha potuto combinare ben poco in un Milan sfilacciato e in svantaggio: è palese che l'argentino sia principalmente un finalizzatore d'area e, viste le caratteristiche, non gli si può chiedere di inventarsi reti senza assist o palloni giocabili. Ad Allegri l'onore ed onere di estrarre il massimo dai punteros a sua disposizione, perchè se non segna Ibra sono dolori...


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