Qualcosa non va
Adriano Galliani ieri è parso seccato e turbato, cosa c'è che non va in casa Milan? I rossoneri hanno aperto alle cessioni illustri, ora stanno muovendo dei passi importanti sul mercato in entrata, ma c'è qualcosa di strano. Si dovevano archiviare gli addii per poi calare gli assi e invece, ci si trova ancora ad affrontare colloqui conoscitivi e faccia a faccia esplorativi, per capire su quali pedine muovere passi ufficiali. Il mercato in entrata procede a rilento e non sembra tatticismo. Se in altre occasioni si è attesa la fine della sessione estiva prima di piazzare il colpo e destabilizzare le rivali, oggi sembra ci sia un iter da seguire che comporta dei tempi più lunghi. Nessun caos, le idee ci sono e sono chiare, la tattica sembra discutibile. Le cessioni di Thiago Silva e Ibra sono state fulminee, anche se Raiola ha precisato che i primi abboccamenti risalgono allo scorso gennaio. Nei mesi a seguire si doveva badare a bloccare dei degni sostituti o almeno a fissarne il prezzo, così da agevolare il lavoro di queste settimane e soprattutto, non trovarsi ad analizzare "preventivi" salatissimi, dovuti anche al tesoretto in mano ai dirigenti di via Turati e alla necessità di reperire degni sostituti dei partenti. Tutti sanno che il Milan vuole e deve acquistare dei giocatori di spessore, questo comporta una minore disponibilità dei vari club nella negoziazione, ma soprattutto un certo rincaro per i costi di cartellino. Il Manchester City ha colto la palla al balzo e fatto sapere di ritenere incedibilissimi i suoi gioielli, quando tutti sanno che soprattutto Edin Dzeko è un giocatore con la valigia pronta già da tempo. Sono le regole del mercato, situazioni facilmente dribblabili, con una programmazione mirata e incontri tempestivi. Il Milan continua la tornata di incontri per capire come operare e su chi puntare, sia essa una tattica per tenere tutti sulla corda e rispondere alle prese di posizione delle varie dirigenze? Forse sì, ma di fatto oggi i costi dei cartellini sono lievitati e i margini di trattativa sembrano essere minimi.