Prima da dimenticare: Saponara da risistemare e dietro si balla
Quella con l’Olympiacos è stata solo la prima vera uscita stagionale del Milan di Inzaghi, per di più con una squadra fortemente rimaneggiata dalle assenze dei nazionali, ma qualcosa inizia ad intravedersi, tanto in positivo (poco) quanto in negativo (e come potrebbe essere altrimenti dopo una pesante sconfitta).La gara contro i greci lascia il tempo che trova, siamo in piena preparazione, un appuntamento per i veri “malati” di Milan che sono rimasti in piedi sino alle 4 del mattino per guardare una partita dal significato relativo, per cui non siamo qui a fare processi (che praticamente sarebbero alle intenzioni, visto il punto della stagione in cui siamo), ma a far notare le prime pecche di questo Diavolo.
SAPONARA - Ci aspettiamo tanto da Riccardo Saponara, impiegato nel nuovo ruolo di mezz’ala di qualità, ma al primo vero banco di prova il numero 8 rossonero ha steccato. Ad oggi appare un pesce fuor d’acqua in quella zona del campo, spesso fuori posizione, troppo propeso in avanti e poco incline al recupero in fase difensiva.In occasione del primo gol, per esempio, qualcuno si dimentica dell’inserimento da dietro del fantasista dei greci, quel qualcuno abbiamo proprio l’impressione che fosse Ricky Saponara. Stephan El Shaarawy spesso e volentieri si trova in posizione più arretrata del compagno, di fatto costretto in molte occasioni a giocare lui da interno di centrocampo per arginare le discese greche su quella fascia, con Saponara che teneva un atteggiamento più da trequartista che da centrocampista.
Siamo solo all’inizio ed il cambio di ruolo non è cosa facile, ma perché la scommessa di Pippo Inzaghi porti risultati c’è tanto da lavorare, tanta strada da percorrere, puntando sulla forza di volontà del giocatore che a dir la verità questa notte è apparsa un po’ latitare, ma siamo certi che si trattasse solo di un momento di appannamento e stanchezza.
LA DIFESA - Altro aspetto negativo che è balzato agli occhi nella sconfitta con l’Olympiacos è stato la facilità con cui veniva perforata la difesa rossonera. Il reparto arretrato è apparso piuttosto ballerino, messo in costante difficoltà dalle ripartenze avversarie, di fatto poco protetto da un centrocampo che non riusciva a fare da filtro. Ribadendo tutte le attenuanti di cui sopra naturalmente, resta la sensazione che ci sia molto da lavorare sulla fase difensiva per mister Inzaghi, non certo una novità per il neo tecnico rossonero, poiché anche la sua squadra Primavera spesso aveva peccato in ripiegamento, mentre aveva sempre stupito quand’era in possesso di palla. La sensazione è che in questo senso sarà importante l’apporto di Mauro Tassotti, qualcosa più che un vice allenatore, grande “acquisto” di questo Milan che è riuscito a trattenerlo dopo la poco piacevole avventura da lui vissuta con Clarence Seedorf.
NESSUN PROCESSO - Nessun processo ad Inzaghi ed al suo primo Milan, nessuna critica aspra per lui, esclusivamente un paio di appunti, due elementi su cui lavorare ed a cui porre rimedio, con la speranza e la convinzione che vedremo un’altra squadra già a partire da domenica sera contro il Manchester City.