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Pippo, tocca a te. Primo obiettivo: riconquistare la fiducia di San Siro

di Salvatore Trovato

È il giorno del Milan, della prima di Campionato contro la Lazio, del test San Siro, dopo un estate in giro per il Mondo a rimediare figuracce negli States. Ma questo è anche e soprattutto il giorno di Filippo Inzaghi, del suo nuovo debutto, della sua seconda vita. Da numero nove prima, da mister adesso: dal campo alla panchina, il passo è stato breve. C’è curiosità ma anche fiducia. Buone sensazioni ma anche parecchio timore. Perché il Milan viene da una stagione da dimenticare e dal mercato non sono certo arrivate quelle soddisfazioni (e garanzie) che il popolo milanista si aspettava. O meglio, non ancora, perché Menez potrebbe poi rivelarsi un autentico colpo, così come Diego Lopez, Alex e, soprattutto, Torres, che potrebbero cambiare volto ad una squadra low cost e non ancora guarita.

LA MISSION - Come detto, però, ora in panchina c’è Inzaghi. Quando giocava, i tifosi sedevano in tribuna o sul divano con maggiori certezze. Quei tifosi, adesso, hanno smarrito ottimismo e carica e hanno smesso, già da un paio di anni (forse più), di riempire San Siro. Ed è proprio questo il primissimo obiettivo di SuperPippo: riportare la gente, la sua gente, allo stadio, come una volta, con la stessa voglia di tifare Milan a squarciagola. Ci riuscirà? Sarà il campo a dirlo e già questo pomeriggio, i biancocelesti di Stefano Pioli metteranno alla prova l’ex nove rossonero e i suoi ragazzi. Così come la pazienza di una piazza che mal digerirebbe un’altra falsa partenza. Ci vuole tempo, ok, ma Inzaghi è uno che, in carriera, ha sempre bruciato le tappe e, oggi più che mai, ha bisogno dell’abbraccio dei tifosi.

UOMINI DA MILAN - Quindi bisogna ricominciare a correre e sudare per la maglia, mostrando appartenenza e abnegazione. Questo è quello che chiede San Siro, la possibilità di ammirare una squadra se non vincente perlomeno combattiva. Pippo lo ha ribadito ieri in conferenza stampa: il Milan ha bisogno di uomini prima che di calciatori. Lui lo è, per il resto del gruppo garantisce in prima persona. Non resta che fidarsi, in attesa della Lazio e del nuovo corso rossonero, che inizia alle 18 e che riparte da un mostro sacro, senza scarpini ma in giacca, senza libertà d’azione sul rettangolo ma con la possibilità d’incidere da fuori e la stessa adrenalina di sempre. Perché Inzaghi è questo e nessuno lo ha mai dimenticato. In bocca al lupo, mister!
 


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