Per non sbagliare, prima si compra poi si vende
Cambia il vento in casa Milan e cambia la politica in fatto di campagna acquisti, Galliani e co. non lasciano nulla al caso onde evitare passi falsi. L'affare Shevchenko deve aver insegnato molto, in quell'occasione i rossoneri intascato il gruzzoletto, si trovarono poi a dover fronteggiare "venditori di fumo" e club pronti a sopravvalutare all'ennesima potenza, giocatori che neanche da lontano somigliavano a talenti di primo livello. Consci di trovarsi a trattare con una società in possesso di un corposo capitale, i vari dirigenti non hanno esitato a batter cassa, ad ogni minimo interesse fatto registrare da via Turati. La lezione seppur con qualche stagione di ritardo, è stata assimilata e anzi rivista e applicata già dalla scorsa estate. Arriva Ibra e a seguire partono Huntelaar e Borriello, la cronologia evidenzia uno scarto di poche ore tra l'una e l'altra trattativa, ma il segnale è stato chiaro: prima si centra l'obiettivo, poi si bada al resto. L'ultima riprova che conferma il netto cambio di strategia, è data dall'affare Cassano: Galliani dopo essersi aggiudicato le prestazioni del talento barese, pianificando tutti gli accordi con le parti in causa, si sta ora dedicando a tempo pieno alla questione Ronaldinho. Il "Parte un big, arriva un big", è stato corretto dai fatti con: "Arriva un giocatore, ne parte un altro". La strategia che da una parte offre ampie garanzie, dall'altra rischia di mettere la società spalle al muro, soprattutto se gestita in maniera sconsiderata. Ingaggiare un giocatore senza dover badare prima al liberare una casella nella rosa, favorisce nella corsa allo stesso e aiuta a battere la concorrenza, al contrario, può inguaiare i vertici (vedi Barcellona). I blaugrana acquistando nell'estate scorsa David Villa con largo anticipo, hanno contribuito al deprezzamento di Zlatan Ibrahimovic regalando di fatto, una certa autorità ai vertici milanisti in sede di trattativa. L'approdo dello spagnolo nel "Guardiola team", ha di fatto sancìto la cessione dell'attuale n.11 rossonero, troppo importante la figura di Villa per passare da comprimario, troppo tempestiva la conclusione della querelle, il risultato è agli occhi di tutti: Ibra liberatosi ad un prezzo salato sì, ma assolutamente alla portata, visto il talento in questione. In casa Milan con l'arrivo di Cassano e l'ormai prossimo addio di Ronaldinho, il rischio minusvalenza è stato scongiurato, il Gaucho è in scadenza di contratto, quindi non si registrerà nessun crollo del valore del cartellino. Tornando per un attimo all'estate scorsa, l'ingaggio di Ibra non intaccò le valutazioni dei due partenti (Hunt e Borriello), nonostante l'esigenza e la decisione nel cedere il duo, Galliani è riuscito a portare a casa quanto prefissatosi in partenza. Al Milan non vogliono più sbagliare, l'obiettivo va centrato, il resto poi verrà da se.