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Paura di volare

di Francesco Somma

Continuare a versare fiumi di inchiostro sull’ultima prova del Milan, che ha visto i rossoneri imporsi con facilità disarmante sul Chievo, non ha più molto senso: è stata una grande partita, tutti hanno dato il massimo, e vista la pressoché totale assenza di opportunità lasciate alla compagine clivense, è facile vedere come tutti abbiamo dato il massimo. A San Siro si è visto un Milan completo, determinato, convinto di poter dominare in lungo e in largo. Più che convincente il pacchetto arretrato, con Thiago Silva e Yepes ai limiti della perfezione, ma lo stesso vale per la mediana, i cui interpreti hanno giocato una delle prove migliori della stagione, con Van Bommel ottimo in entrambi i fasi ed Aquilani e Nocerino sui livelli consueti. Ibrahimovic non ha bisogno di commenti, qualcuno in più possiamo produrlo per la prestazione di Alexandre Pato, al rientro in campionato dal primo minuto dal 21 settembre, giorno di Milan-Udinese e dell’infortunio al bicipite femorale della coscia destra.
Il brasiliano è subentrato nella trasferta del Franchi avendo un ottimo impatto sul confronto, esattamente come non è successo contro il Barcellona, e contro il Chievo. Malgrado il gol e malgrado il rigore procurato, perché per i primi 30 minuti il numero 7 si è impegnato solamente a calciare i tiri d’angolo, poi ha trovato un gol abbastanza rocambolesco e fortunoso, senza comunque uscire dagli abulici standard mantenuti fino al triplice fischio. Forse c’è ancora un briciolo di paura (comprensibile) come strascico dall’ultimo infortunio, Pato si è mosso poco, ha cercato la palla con leggerezza e superficialità Nel frattempo, Ibrahimovic correva segnava una doppietta, colpiva una traversa, teneva in scacco un’intera difesa e disturbava perfino Sorrentino. Dimostrava voglia, insomma, malgrado l’età, l’esperienza e i trofei conquistati, quella stessa voglia che a lunghissimi tratti al Papero sembra mancare, ma che è necessaria per la scalata, così vicina eppure così lontana, al ruolo di campione. C’è ancora tempo, è vero, ma non sarà così in eterno…


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