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Numeri da Champions per il diavolo

di Emiliano Cuppone

Siamo all’esordio in Champions League per Allegri ed i suoi, con la speranza che la musica della massima competizione europea sappia risvegliare l’animus pugnandi di una squadra apparsa in ginocchio sabato contro l’Atalanta.
I tanti addii in estate hanno fatto perdere parecchio al diavolo in materia d’esperienza europea e la cosa preoccupa e non poco i tifosi di un Milan che appare impreparato all’Europa come mai prima. La rosa è stata rinnovata e ringiovanita, con un’età media della lista dei selezionati da Allegri pari a 25.96 anni (la ventiquattresima in Champions), con ben 5 esordienti fra i quali, oltre ai giovani Narduzzo, Carmona e Gabriel, spuntano i volti di Acerbi e Constant.
Nonostante le tante partenze illustri, però, il Milan è meno inesperto di quanto si possa immaginare. Sommando le presenze degli uomini indicati da Allegri, infatti, si nota che il diavolo è la sesta squadra per esperienza con le sue 455 presenze (nulla a che vedere con le 943 del Barcellona, le 913 del Real e le 860 dello United però). Il giocatore più esperto, naturalmente, è capitan Ambrosini, 78 volte in campo per la Champions è il sedicesimo uomo più esperto in generale, mentre quello con meno presenze (tralasciando gli esordienti naturalmente) è Mattia De Sciglio, schierato solo 2 volte da Allegri nelle scorse stagioni. Il dato è figlio anche di una competizione che vede molte formazioni alle prime armi nell’Europa che conta, fra le quali il Nordselland composto da giocatori che fino ad ora quella musica l’hanno sentito solo in televisione.
L’addio a Zlatan Ibrahimovic (terzo miglior marcatore fra i partecipanti insieme a Giggs con 28 gol), e non solo, ha impoverito sensibilmente il bottino di reti nella massima competizione europea, ma il diavolo resta comunque una delle formazioni più prolifiche fra quelle in lizza (sommando le reti messe a segno dai protagonisti), occupando il nono posto della speciale classifica con 33 gol (lontanissimi dai 143 del Real ed i 134 del Barcellona). Il miglior bomber rossonero, strano a dirsi, è Robinho con 8 reti in Champions al ventiseiesimo posto della classifica generale (a distanza siderale dalle 51 reti di Messi o dalle 38 di Cristiano Ronaldo), seguito da Bojan e De Jong a quota 5, Pato fermo a 4 e Pazzini e Boateng a ruota con 3 reti, ma con una media realizzativa importante viste rispettivamente le 8 e 14 presenze del duo.
Nonostante le sole due stagioni alla guida di una squadra di vertice, Massimiliano Allegri è uno degli allenatori più esperti di questa competizione, occupando il dodicesimo posto con le sue 18 apparizioni in panchina (nulla a che vedere con le 182 dell’inarrivabile Sir Alex Ferguson), grazie soprattutto alla presenza ben dieci esordienti assoluti.
Un Milan piuttosto esperto quello che si presenta all’edizione 2012/13 della Champions League la quale vede diverse formazioni alle prime armi, fra le quali spiccano però il Manchester City campione d’Inghilterra, la Juventus campione d’Italia ed il Psg di Carlo Ancelotti, Ibrahimovic e Thiago Silva. Numeri europei per il Milan che sono meno sconfortanti di quello che si sarebbe aspettato, sintomo che la rosa è mutata in maniera radicale, ma mantiene pur sempre un’anima europea, seppur meno spiccata rispetto al passato.
Da valutare quale sarà il rendimento dei tanti giocatori alle prime armi che Allegri sarà costretto a schierare, da tenere in conto anche le difficoltà almeno nella fase iniziale per un Milan ancora alla ricerca di un’identità e di un gioco che non si è nemmeno intravisto sin qui, con la speranza che l’attitudine internazionale sia talmente radicata nelle mura di quello spogliatoio da potersi infondere anche nella squadra.

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