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Non sarà così poetico, ma Musah canta cognomen omen. E con Pulisic e Chukwueze infortunati...

di Antonello Gioia

Quando era arrivato al Milan ad agosto, la redazione di MilanNews.it aveva accolto Yunus Musah con un focus sul proprio identikit (CLICCA QUI per leggere l'articolo), rinominandolo "centrocampista multiforme, che tanto vagò", in ossequio all'"eroe multiforme che tanto vagò" di cui la Musa narrò ad Omero permettendogli di scrivere l'Odissea. A qualche mese di distanza, il numero 80 rossonero ha rispettato le attese: multiforme per duttilità e sempre con una buona/ottima resa. Forse non così poetico come le sue quasi omonime della mitologia greca, ma sicuramente efficace. D'altronde, cognomen omen.

Duttile
In questi primi tre mesi di stagione, Musah ha dimostrato molta personalità nell'inserirsi a pieno nel mondo Milan e negli schemi di Stefano Pioli. Utilizzato principalmente come prima alternativa a Loftus-Cheek (out nell'intero ultimo mese), l'americano si è sempre ben disimpegnato: tanta garra, tanta voglia, anche una certa disciplina tattica nell'interpretare il ruolo della mezzala, buona capacità di inserimento non tanto in area, ma sull'esterno per lasciare spazio ai tagli dentro al campo di Pulisic. A ciò si aggiunge anche una discreta tecnica di base, che gli permette anche di tentare - riuscendoci - qualche numero di alta scuola per superare i difensori avversari.

E con Pulisic e Chukwueze infortunati...
Chiaramente, a 20 anni, ha ancora tanti margini di crescita, ma i 20 milioni spesi per lui sono stati finora un buon investimento. Anche perché, per il prossimo match contro l'Udinese, proprio Musah potrebbe provare a non far rimpiangere le possibili assenze per infortunio di Pulisic e Chukwueze; spostandolo sull'esterno destro di centrocampo, infatti, l'americano potrebbe permettere l'inserimento di un attaccante in più al fianco di Giroud (Okafor o Jovic), garantendo comunque equilibrio alla squadra nonostante la presenza di Leao dal lato opposto del campo come quarto della linea mediana. Insomma: non sarà così poetico, ma Musah cognomen omen...


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