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Monsieur Poirot indaghi sulla Uefa. Perché criticare Leao al primo passaggio a vuoto?

di Antonello Gioia

Nelle sale dei cinema italiani è presente in questi giorni il film "Assassinio a Venezia", con protagonista il famosissimo detective Hercule Poirot, creato dalla super penna di Agata Christie, impegnato nel districarsi in un misterioso ed esoterico omicidio nella città lagunare. Ecco, servirebbe tutto l'intuito e tutta l'intelligenza di Monsieur Poirot, magari lasciandolo per un attimo pensare a casi un po' più semplici e molto meno tragici, per capire il motivo dell'assegnazione del premio di MVP di Milan-Newcastle a Rafael Leao.

La motivazione
Merito della Uefa che, attraverso il suo osservatore a San Siro, ha riportato la seguente motivazione per il premio al portoghese: "È stata una minaccia costante per tutta la partita: veloce, forte, si muoveva bene e si dimostrava un vero pericolo in area. Ha avuto anche buone occasioni per segnare". Tutte cose vere e giuste, tutte cose in linea con ciò che si vede in quasi ogni partita di Leao: veloce, forte, vero pericolo in area; sono, in pratica, tutto il compendio delle caratteristiche del 10 rossonero, ma contro il Newcastle i suoi errori in zona gol hanno pesato certamente di più di ciò che di buono ha mostrato.

Buon senso
Però, stop. Leao non è criticabile. O meglio, lo è, ma nella giusta misura. È corretto sgridarlo - qualcuno a Milanello lo avrà sicuramente fatto, ci ha pensato anche Tomori a Mediaset nel post partita o Maignan direttamente sul campo - per l'atteggiamento mostrato sulla clamorosa occasione svanita col tacco a fine primo tempo e, in generale, per tutto il match: un po' svogliato, un po' avulso dal contesto, un po' più tendente al bello che all'efficace. Ma parliamoci chiaro: questo è Rafael Leao. Come ha evidenziato Pioli, il portoghese gioca per non fare cose normali, per fare cose che a lui riescono e ad altri no, per far sorridere e divertire tutti con giocate sensazioni e non solo con il repertorio standard. Poi è chiaro: in certe situazioni ci vuole buon senso e in quella al 40esimo sarebbe servito eccome, ma ci vuole buon senso anche nel criticare un giocatore straordinario al primo vero passaggio a vuoto dell'anno.


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