MN VI LEGGE IO, IBRA - La visita segreta di Braida, le parole sbagliate e quell'appuntamento da Giannino...
Adesso che è rossonero, e che non smette di regalare gioie ed emozioni al suo pubblico, riesce più facile ignorare il passato e concentrarsi esclusivamente sul presente. Ma il passato torna sempre, per quanto si provi a nasconderlo e a concentrarsi unicamente sul presente. Stiamo leggendo insieme l’autobiografia di Zlatan Ibrahimovic, il fuoriclasse più rappresentativo del Milan di Allegri ed uno dei calciatori più amati e controversi degli anni Duemila. Nell’ultimo appuntamento c’eravamo lasciati con la “nave che affonda”, una metafora che rende in maniera impeccabile l’immagine della Juventus ai tempi di Calciopoli. Una società ed una squadra che vagano nell’incertezza, in attesa di una sentenza che taglierà loro le gambe. In questo clima, Ibra trova la forza di confrontarsi con Mino Raiola, e decidere di andar via: a qualunque costo, pur di non giocare in Serie B. Lo svedese è sulla cresta dell’onda, ha 25 anni e si è dimostrato all’altezza di uno dei campionati più impegnativi ed affascinanti d’Europa. Dopo il ciclone, in casa Juve Alessio Secco prende il posto di Luciano Moggi e Didier Deschamps quello di Fabio Capello; fin dall’inizio il tecnico francese prova a convincere Ibra a rimanere a Torino: “Sono venuto qui perché ci sei tu e voglio
Intanto, Mino Raiola lavora dietro le quinte, preparando il terreno per il trasferimento di Zlatan dalla Juventus in un altro grande club. “La questione era: Milan o Inter? Apparentemente era una scelta facile, l’Inter non vinceva uno scudetto da 17 anni, non era più esattamente una squadra di punta . Il Milan era uno dei club più blasonati d’Europa”. “Chiaro che devi andare al Milan, diceva Mino, ma io non ero altrettanto sicuro. L’Inter era stata la squadra di Ronaldo e sembrava sinceramente interessata a me, mentre ripensavo a quello che Braida mi aveva detto lassù in montagna…”. Nel suo libro, Zlatan parla di visite segrete ricevute durante l’ultimo ritiro estivo con la Juventus. Ariedo Braida andò a conoscerlo di nascosto e gli fece capire come sarebbe stato far parte del Milan: “In tutta franchezza, il suo stile non mi piaceva. Era un continuo «Kakà è una stella, tu no. Ma il Milan può farti crescere». Il senso era un po’ che avevo più bisogno io del Milan che il Milan di me: non mi sentii particolarmente considerato né desiderato. Particolare da non trascurare: Ibra ha a casa una moglie incinta di sette mesi e i paparazzi alle calcagna. “Il Milan aveva la squadra più forte, eppure propendevo per l’Inter. Volevo andare dalla sfavorita. «Ok, ma sappi che sarà una sfida totalmente diversa, non otterrai nulla senza lottare», disse Mino, ma io non volevo niente senza lottare, volevo avere sfide e responsabilità”. Insomma, Ibra è nel bel mezzo di un tira e molla tra Milan e Inter, e nell’estate del dopo Calciopoli ha Milano all’orizzonte. L’ostacolo più grande per i rossoneri sono i preliminari di Champions League contro la Stella Rossa di Belgrado: dall’esito della qualificazione dipende, in teoria, gran parte della trattativa che porterebbe il ragazzo di Rosengard in Via Turati. Galliani stesso aveva rassicurato Raiola: “Aspettiamo di vedere il risultato, poi ci sentiamo”. Uscita indenne da Calciopoli e sgombra da impegni estivi, l’Inter può concentrarsi sul mercato più liberamente, e manifesta a più riprese il proprio interesse nei confronti dello svedese. Il 9 agosto, nella sera di Milan-
LA QUARTA PARTE DEL LIBRO - "Incontri che cambiano la vita: Scarface al femminile e il ciccione dei Soprano"
LA QUINTA PARTE DEL LIBRO - "La cura Capello, la lite con Zebina e la nave che affonda"