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Milan, senza Leao e Rebic non bastano Ibra e Messias. Urge ritrovare il miglior Diaz

di Antonello Gioia

I tantissimi (troppi) infortuni che stanno attanagliando ormai da mesi il Milan non lasciano spazio a dubbi: ci sono pochi giocatori a disposizione ed è necessario che quei pochi rendano sempre - nei limiti dell'umano possibile, chiaramente - al massimo. Tale speranza si applica in maniera particolare al reparto offensivo rossonero, orfano di Rebic, Leao e di Pellegri e pronto a ritrovare, in condizioni atletiche tutte da verificare, Giroud per la partita di domenica contro il Napoli.

Ibra c'è sempre, ma...
In questo momento Pioli ha a disposizione Ibrahimovic e D. Maldini come punte, più i trequartisti Brahim Diaz, Saelemaekers, Messias, Castillejo (rientrato a Udine dopo quasi 2 mesi di stop) e il factotum Krunic. È abbastanza palese che, in queste condizioni, gli uomini da finalizzazione siano pochi: a parte Ibrahimovic (7 reti in 10 partite di campionato) e Messias (2 goal in 271 minuti giocati), gli altri non hanno il goal nel sangue, ma è abbastanza evidente che serva, anche da questi ultimi, un qualcosa in più.

Luce Brahim
Il primo da cui aspettarselo, per qualità tecniche e tattiche, è Brahim Diaz. Il 10 rossonero, dopo un inizio di stagione assolutamente convincente, sta faticando a trovare continuità di condizione fisica e non segna dal 25 settembre (rete decisiva a La Spezia); sia chiaro, l'impegno dello spagnolo il campo non è mai mancato ed è abbastanza comprensibile un calo (specialmente dopo la positività al Covid), ma per far tornare il Milan ai fasti di inizio stagione urge che Brahim ritrovi la sua luce, regalando giocate, assist e goal.


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