Milan-Robinho, amore al capolinea
Il biglietto è lì, sulla scrivania. Manca solo sapere quando l’aereo partirà. Malpensa-San Paolo solo andata. Destinazione Santos. La storia d’amore tra Robinho e il Milan è giunta al capolinea. A gennaio - al massimo a giugno - i binari su cui corrono il club di via Turati e il funambolico brasiliano si divideranno. Per la reciproca felicità.
Il Milan si libererà così di un ingaggio sontuoso (4 milioni netti fino al 2014), di un giocatore che negli ultimi mesi non ha dato la dimostrazione di essere affidabile fisicamente - la scenetta contro la Samp è stata frustrante - , ma soprattutto di essere quel giocatore in grado di trascinare gli altri. Un talento senz’altro, forse non esploso come tutti si attendevano proprio ai tempi del primo Santos, ma un calciatore troppo umorale per essere un top player. Perché quando la situazione si fa pesante - e in questo preciso istante siamo ben oltre la crisi -, Robinho tende a sparire. Ma, ben peggio, a sorridere. Come se la situazione non fosse abbastanza interessante per lui.
Al Santos Binho avrà la possibilità di prepararsi al meglio per il mondiale da disputare in casa e di non arrivare svuotato al grande ballo di energie psicofisiche. E con il suo addio, sarà ufficialmente finito anche il Milan dei brasiliani.