Milan, le assenze cominciano a pesare: il livello si alza, ora Pioli ha bisogno di alternative e soluzioni
Nessun processo, sia chiaro. Perché è impossibile (impossibile!) giudicare negativamente una squadra che ha messo a referto otto vittorie nelle prime nove giornate di campionato. Tuttavia, le ultime uscite hanno evidenziato alcune “debolezze” che potrebbero creare più di un problema nelle prossime gare, quando il livello si alzerà ulteriormente (Toro martedì, poi Roma, Porto e Inter).
Fisico e testa stanno bene
Il Milan visto di Bologna ha destato più di una perplessità. Pioli lo ha ribadito anche nel dopo-partita del Dall’Ara: i suoi stanno benone, quindi il problema non è fisico, al netto di qualche giocatore non ancora al top della condizione (Ibrahimovic, Giroud, Bakayoko, Krunic e non solo). E allora perché questo calo improvviso? Semplici peccati di gioventù? Può darsi. Eppure ieri, così come a Oporto, in campo c’erano veterani del calibro di Kjaer e Zlatan. La verità è che le assenze cominciano a pesare, proprio come hanno pesato, a un certo punto, nella scorsa stagione.
Milan, mancano i pilastri
Maignan, Theo Hernandez, Kessie, Brahim Diaz e Rebic, senza dimenticare Messias, Florenzi e lo stesso Pellegri: qualunque squadra al Mondo (qualunque!) sarebbe in difficoltà. È una questione di cambi che non ci sono, di alternative di qualità che scarseggiano, di impossibilità di muovere e ruotare le pedine sulla scacchiera. Perché va bene tutto, i cali fisici e di tensione, ma senza pilastri è dura. Lo sa bene Pioli, che fin qui è riuscito a mascherare l’emergenza. Ma con il livello che si alzerà, dicevamo, c’è bisogno dell’artiglieria pesante.