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Milan, centrocampo work in progress. Reijnders play decentrato ma già centrale

di Manuel Del Vecchio

Leggendo social, commenti e quotidiani dopo Monza-Milan di ieri sera, prima edizione del trofeo Silvio Berlusconi, c'è un concetto ricorrente, magari anche un po' esagerato per il momento della stagione, ma sinceramente condivisibile: "Dov'era Tijjani Reijnders fino ad oggi?". L'olandese è esploso definitivamente in modo tardivo l'anno scorso con l'AZ, e infatti dopo la prima stagione ad alti livelli è arrivato in modo naturale il passaggio in un campionato di livello più alto.

Il numero 14 era stato tra i più positivi anche durante la tournée negli Stati Uniti ma ieri sera, contro un avversario "vero" e che il Milan effettivamente affronterà due volte nei prossimi nove mesi, ha messo in mostra diversi colpi del suo elegante e concreto repertorio: gestione della palla, dialogo con i compagni, testa alta, recupero e verticalità. Nei giorni scorsi parlavamo (clicca qui) di come l'ex Az, nonostante la posizione decentrata a sinistra, sarà il play del nuovo MIlan di Pioli. Giocando con le parole possiamo dire che è un giocatore decentrato, ma già centrale.

La palla passa spesso dai suoi piedi, sia quando l'azione si deve sviluppare a sinistra con Leao e Theo e sia quando deve essere trasportata velocemente a destra, dove Loftus-Cheek e Pulisic possono far male in modi diversi. Una costante, sono bastate poche partite per mettere già le cose in chiaro in un reparto che è evidentemente work in progress dopo l'addio di Tonali e l'infortunio di Bennacer. Tijjani e altri due, che potrebbero essere presto Loftus-Cheek, già entrato nelle rotazioni e nelle grazie dell'allenatore, e Musah: sullo statunitense verrà fatto un lavoro ben preciso per inserirlo nel miglior modo possibile. A sinistra c'è Reijnders, che ha detto, a parole e con i fatti, che da mezz'ala sinistra si trova alla grande. A destra, con licenze ancora più offensive visto come riempie l'area, c'è Loftus-Cheek. Come mediano centrale al momento c'è Krunic, che ha caratteristiche diverse da Musah: se Pioli riuscisse ad incanalare l'energia praticamente inesauribile del numero 80 in quella posizione allora il reparto sarebbe pressocchè completo e pronto ad affrontare una stagione piena zeppa di impegni. L'equilibrio, e Musah può darlo con le sue corse e la sua attitudine al recupero palla, ma anche a portarla in verticale, sarà fondamentale.

Nel frattempo che Pioli è al lavoro per arrivarci, le tante amichevoli ravvicinate lo dimostrano, i tifosi si godono le giocate e la leggerezza del numero 14. Tantissima personalità, testa alta, una capacità di recupero e di andare a contrasto quasi sorprendente per la tipologia di giocatore e soprattutto giocate da calciatore "vero". Citofonare a Gagliardini per il sombrero al limite dell'area rossonera o chiedere anche a Leao, che probabilmente sarà rimasto (piacevolmente) sorpreso come tutti noi quando, verso fine primo tempo, Reijnders l'ha messo davanti a Di Gregorio con un passaggio preciso di prima. Un gesto tanto "banale" quanto importante: nel centrocampo del Milan non lo si vedeva da un po'. 


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