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Menez, troppi alti e bassi: quando il francese non si accende, il Milan resta al buio

di Salvatore Trovato

Tutti colpevoli, nessuno escluso. Quando la barca affonda, le responsabilità vanno condivise. Su questo non ci piove. Ma è altrettanto vero, evidenzia l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, che gli uomini di maggior qualità dovrebbero riuscire a trascinare il gruppo nei momenti difficili, con impegno e personalità. E allora il pensiero non può che andare a Jeremy Menez e alla sua prestazione incolore.

INDISPONENTE - Il francese - scrive la rosea - ha vissuto la miglior annata della carriera in termini di gol e rendimento. Detto questo, ieri è stato lo specchio di tutto il Milan: non pervenuto e indisponente. Già, perché quando Menez gira, lo fa anche tutta la squadra. Quando stecca, invece, difficilmente i compagni riescono a vernirne fuori. Insomma, croce e delizia: Jeremy l’imprescindibile, che non ha mai saltato una partita, ha confermato, ancora una volta, tutti i suoi limiti.

INCOMPIUTO - Contro l’Udinese, il Milan è rimasto in attesa di una sua fiammata. Ma l’ex Psg è venuto a mancare proprio nell’appuntamento più importante, quello da non sbagliare, quello che avrebbe dovuto mantenere Inzaghi e soci nella scia dell’ultimo vagone europeo. Forse la differenza tra un ottimo giocatore e un vero fuoriclasse sta tutta qui, nella capacità di prendere per mano la squadra quando le cose non vanno per il verso giusto.


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