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Matteo Gabbia? Presente, come spesso è accaduto anche in passato

di Manuel Del Vecchio

Mercato, mercato e ancora mercato. Durante il periodo di tempo in cui i club sono autorizzati ad effettuare operazioni in entrata ed in uscita inizia un momento della stagione in cui il calcio che dà più emozioni è quello scritto e raccontato e non quello giocato. Esagerazione? Forse, ma neanche tanto. Scherzando, parlandone con amici e tifosi, si può definire come "bulimia da mercato". Non importa chi o cosa, basta che si compri. E con il Milan che aveva chiuso il 2023 con un'emergenza infortuni di proporzioni bibliche questa euforia da calciomercato era sicuramente giustificata. Con Tomori, Thiaw, Kalulu e Pellegrino out i tifosi rossoneri si aspettavano dei colpi in difesa, per rinforzare il reparto numericamente e tecnicamente.

E così il 3 gennaio il Club ha comunicato di aver riportato alla base Matteo Gabbia, interrompendo il prestito concordato con il Villarreal in estate dopo soli sei mesi. Ad agosto il centrale nato e cresciuto in rossonero aveva deciso di lasciare Milanello per tentare un'esperienza che gli permettesse di avere un minutaggio più elevato rispetto alle ultime stagioni, in cui è stato sì utilizzato (e ha sempre risposto bene) ma solo come rincalzo.

Quando il Milan chiama per Gabbia, tifosissimo e professionista serio, è impossibile dire di no. Spagna salutata dopo mesi con alti e bassi, ma nel complesso positivi, e subito a disposizione di mister Stefano Pioli per non far rimpiangere i compagni attualmente infortunati. E il tecnico di Parma non perde tempo, buttandolo subito nella mischia: dentro a partita in corso contro Empoli e Atalanta (Coppa Italia), titolare contro Roma e Udinese, risultando sempre tra i più positivi.

Proprio le ultime due uscite lo hanno visto in grande spolvere: a San Siro contro i giallorossi ha giocato una partita molto attenta su avversario tosto come Lukaku. Il vantaggio fisico del belga è ovviamente evidente, ma il numero 46 del Milan è stato un martello per tutta la durata del match: spesso in anticipo, molto bravo nelle letture e senza mai lasciargli vita facile nei contrasti corpo a corpo. Ad Udine è andata ancora meglio, quando in un paio di occasioni ha rimediato a sbavature gravi dei compagni. La più evidente nel secondo tempo, quando da solo ferma un giocatore bianconero lanciato a rete dopo un retropassaggio killer di Calabria.

E quindi Gabbia è tornato e si sta rivelando quello che negli ultimi anni stava dimostrando di poter essere: professionista serio, sempre a disposizione di mister e squadra, che è riuscoto a trovare una sicurezza importante nel suo gioco, conscio dei suoi pregi e dei suoi difetti. Un rinforzo, costato 0, che sta facendo qualcosa che un eventuale nuovo arrivo, magari anche in prestito, difficilmente potrebbe fare da subito. Il periodo di adattamento nel calcio è una costante importante ma spesso sottovalutata.

Quindi giusto vivere il periodo del calciomercato in un determinato modo, ma senza andare oltre. Un conto è il calcio raccontato, un altro è il campo: e lì sono le prestazioni a parlare. Non ruberà l'occhio e difficilmente riempirà le pagine dei giornali, ma un onesto difensore come Gabbia siamo sicuri che farebbe comodo a tutti gli allenatori.


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