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Maldini a DAZN: "Ibra lo cercammo anche l'anno precedente. Sono legato ad un Milan vincente, non solo ai conti"

di Matteo Calcagni

Paolo Maldini è stato intervistato in esclusiva da DAZN. Il dirigente rossonero si è espresso sulla sua esperienza al Milan, ripercorrendo fasi importanti come l'arrivo di Ibra e le valutazioni su Stefano Pioli.

Sulla visione di dirigenza e società: "Il disegno cambia strada facendo, io sono legato ad un Milan vincente, la mia figura è legata a qualcosa che non sia soltanto a mettere a posto i conti. Devo salvaguardare anche quello che la mia storia si porta dietro, quello che i tifosi si aspettano da me. E' lì che spingo la proprietà a fare determinate cose invece che altre. I risultati hanno dato ragione a loro per tante cose e a noi per tante altre, in questo momento c'è un'idea unica e questo aiuta quello che è il progetto".

Sullo scouting: "Tra te e il reparto scouting devi iniziare a conoscere quello che tu vuoi e loro magari ti dicono quello che ha funzionato statisticamente negli ultimi cinque anni rispetto ai cinque anni precedenti. Parliamo ad esempio della difesa. Un difensore per me è abbastanza facile da leggere, ma prima veniva richiesto un giocatore che stava bene in un reparto, adesso andrei a prendere un giocatore che è forte nell'uno contro uno, poi gli insegni a stare bene nel reparto. La cosa difficile da insegnare è la forza nell'uno contro uno, la concentrazione, è una cosa che manca. In questo momento, soprattutto per la nostra maniera di giocare ma anche la situazione del calcio in generale, andrei a prendere un difensore forte nell'uno contro uno, al quale poi l'allenatore possa insegnargli di stare all'interno di un reparto".

Sull'acquisto di Saelemaekers: "E' stato frutto del nostro scouting, non conoscevo Alexis. Noi cercavamo un terzino destro in quel momento lì, o uno che in previsione un giorno potesse giocarci. Abbiamo visto questo ragazzo che giocava a destra, a sinistra, come terzino, da numero dieci, con un'intensità tale che dopo che gli dai la palla lui c'è".

Sull'arrivo di Ibrahimovic: "Ibra era già un'idea del gennaio precedente con Leo, avevamo parlato con lui e con Mino. Lui però aveva dato la parola ai Galaxy e lui disse che ne avremmo riparlato. Ero sicurissimo fosse un rischio, perché veniva da anni in MLS, con tutto il rispetto è una cosa completamente diversa. Lui stesso quando gli abbiamo proposto 18 mesi di contratto ci disse di fare 6 mesi perché non sapeva quello che ci poteva dare".

Sulla determinazione dello svedese: "Rompe le scatole in maniera impressionante. E' molto competitivo, è giusto porsi traguardi che sono al di sopra delle proprie possibilità, questo è alzare il livello. Ha senso che lui dica quello che dica sulle responsabilità".

Sul FFP: "Non ti permette di investire quello che tu vorresti, è anche un freno alla distribuzione futura delle vittorie nelle varie competizioni, però io credo che sia la strada giusta. Siamo partiti con un'idea di un progetto che potrà un giorno diventare autosostenibile, in un momento di grande crisi questo ha ancora più valore".

Su Pioli e la caratteristica che non si aspettava: "Nel trasmettere i suoi pensieri, lo fa con un vigore che da una persona così pacata non ti aspetti. Nella sua carriera non sempre ha confermato quello che ha fatto vedere all'inizio, sembrava debole con i calciatori invece è il contrario. A volte dobbiamo frenarlo un po' noi e dargli uno zuccherino. E' una caratteristica che non gli riconoscevo e che è riuscito ad imporre in un club importante come il Milan".

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