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LIVE MN - Pioli a Sky: "Rinnovo di Leao? Stanno parlando, aspettiamo buone notizie"

di Nicholas Reitano

Stefano Pioli, tecnico del Milan, questa sera è ospite di Fabio Caressa a Sky Calcio Club. A breve inizierà la trasmissione e, di conseguenza, anche l'intervento dell'allenatore rossonero, che potrete trovare integralmente qui con la diretta testuale della redazione di MilanNews.it. Rimanete con noi!

23.00 - Inizia il programma. Ecco mister Stefano Pioli.

Su Giroud: "Credo che Oli sia un un momento psicofisico ottimale. Aveva grande entusiasmo per il Mondiale e si sta dimostrando un grande giocatore. Sono contento per lui e per Theo, spero continuino così. Mi è bastato fare un videochiamata con lui per capire il suo spessore e le sue capacità. Ha sempre inciso molto, non solo con i gol. Mette grande generosità quotidianamente. È un ragazzo molto determinato: raccoglie tutte le caratteristiche importanti per essere un leader. Meglio che esca subito? Credo sia molto più facile allenare giocatori soddisfatti che rimotivarli. Kjaer? Non è tornato felice, la Danimarca affrontava per la prima volta il Mondiale con delle aspettative superiori".

Su Leao: "Ho dato una regola ai giocatori che sono al Mondiale, mi devono chiamare alla fine di ogni partita per dirmi come stanno. Il Portogallo ha una rosa di livello, non entro nel merito dei minuti giocati. Il primo anno l'ho punzecchiato, è vero. Ma in allenamento subito ho capito che giocatore era. Ha una tecnica abbinata a una velocità che in pochi hanno. Gli è servito del tempo per ambientarsi, ma il suo potenziale si è visto da subito. Credo che debba fare ancora un salto per diventare un campione. Rientra di più? Dipende dalla strategia della partita, uno contro uno diventa difficile da prendere. Ma ci sono volte in cui si accentra e altre in cui si abbassa troppo. I giocatori così offensivi devono stare più vicini all'area. Lui può giocare dappertutto. Credo che possa diventare ancora più decisivo nell'area avversaria. È un ragazzo molto intelligente, molto disponibile. Stiamo comunque parlando di giocatori che hanno talento, devono avere la libertà negli ultimi 30 metri. Voglio che chiuda di più sul secondo palo, glielo dico sempre. Dovrebbe impattare di più".

Sul Mondiale: "È più un Mondiale di individualità: quest'anno l'hanno preparato in una settimana. È difficile per un allenatore dare un'identità, anche se Luis Enrique credo che giochi il miglior calcio. Non ci sono state grandi sorprese a livello tecnico-tattico. Hanno guardato più alla concretezza ed alle individualità visto che ogni partita ha un peso specifico importante. Noi abbiamo giocato l'ultima partita, molto importante, contro la Fiorentina e non ho visto i miei giocatori pensare al Mondiale. Ambientarsi in una settimana e trovare la giusta concentrazione non deve essere stato facile".

Come torneranno i giocatori: "Per chi ha riposato è stato un bene secondo me, arriveranno a gennaio in buone condizioni fisiche e mentali. Chi gioca il Mondiale non so come arriverà, è un punto interrogativo. Sulla carta chi ha meno giocatori al Mondiale è avvantaggiato, però poi si vedrà..."

Su Astori: "La sua scomparsa mi ha toccato nel profondo. Purtroppo, dico purtroppo, è stata una situazione che mi ha fatto crescere. Dopo la sua perdita ho scoperto situazioni nuove che mi hanno aperto di più la mente. Ora sto più vicino ai giocatori e li proteggo di più. Non è stata una situazione semplice da gestire. Ho avuto esperienze negative nella mia carriera, ma sono quelle che mi sono servite di più per migliorare".

Sugli esoneri: "L'esonero è una mazzata perché ti impedisce di chiudere il tuo lavoro. Lo ritieni ingiusto, però poi passato il dolore ti permette di capire perché è arrivato. Dopo ogni situazione negativa, sono ripartito con maggiore consapevolezza. A Palermo non ho trovato la scintilla con i giocatori, poi è arrivato il Bologna".

Sul lockdown e Rangnick: "Ho avuto tutto il sostegno da parte dell'area tecnica. Ma anche da Gazidis, che si è sempre comportato in modo corretto: a Milanello ci disse che tutti eravamo sotto esame e che dovevamo concentrarci solo sul campo. Durante il lockdown ci siamo allenati in videochiamata su Zoom e poi quando ci siamo ritrovati qualcosa è cambiato. Abbiamo perso la prima partita ma poi è cambiato tutto".

Sul percorso e su Maldini: "Se abbiamo fatto questo percorso è perché tutte le componenti hanno dato il proprio contributo. Dal primo giorno che sono entrato a Milanello mi sono sentito bene ed il confronto con Maldini e Massara mi ha dato più forza nel mio lavoro. È una cosa che all'allenatore dà più forza, più fiducia. Maldini non è lì solo per gli allenamenti, è lì per rapportarsi con tutti, è una figura centrale. Parliamo di una persona di un livello di conoscenza, di dna, incredibile".

Su Ibrahimovic: "Senza togliere nulla a qualcuno, Zlatan è stato un elemento determinante nella crescita della squadra. È arrivato in un gruppo giovane, e per la prima volta in una squadra non vincente e con giocatori non simili a lui, ed ha capito una realtà diversa. Tutti hanno saputo accettare pregi e difetti. La sua mentalità e la sua determinazione hanno alzato il livello della squadra. Al primo anno l'allenamento con lui era a un livello, senza di lui a un altro. Sono stati bravi i compagni a seguirlo. Poi non solo lui, ci sono altri leader come Kjaer, Giroud, Maignan che fanno da traino al gruppo".

Sul post 5-0 contro l'Atalanta: "La partita contro l'Atalanta credo che sia stata la partita che ha dato il là alla costruzione del Milan. Servivano altri tipi di giocatori per fare il nostro calcio: nuove caratteristiche mentali, fisiche e di talento".

Sul progetto: "Paolo e Ricky volevano investire su determinati giocatori con costi sostenibili per una società che voleva portare avanti un certo tipo di percorso. È un percorso che non dà risultati immediati, ma noi siamo stati bravi ad anticipare queste tempistiche".

Sui riferimenti: "Tanti allenatori. Guardo tante partite di Guardiola, Nagelsmann, Klopp... Ogni grande allenatore ha una caratteristica principale. Io ho completato il mio staff con dei video-analisti giovani che mi hanno aiutato a conoscere situazioni nuove. E ho la fortuna di allenare giocatori disponibili. Come, per esempio, la proposta a Theo e a Calabria di entrare dentro il campo: da loro ho visto entusiasmo. Se chiedo a un giocatore di fare una cosa e lui non se la sente, faccio un passo indietro io. Ho detto a Guardiola che tutti gli fanno i complimenti per la fase offensiva, ma per me lui è il più bravo a recuperare palla. Non tutti gli avversari sono uguali, ma noi come idea abbiamo quella di non fare giocare le altre squadre. Quest'anno siamo più lunghi e meno compatti? Sì, ma perché con i mediani accorciamo di meno, concediamo il primo passaggio... dobbiamo essere più rapidi. Poi abbiamo inserito un trequartista più offensivo. A volte abbiamo giocato con Rebic e Leao esterni, siamo stati più offensivi. E anche perché con la palla qualche volta forziamo troppo la profondità: se allunghi la squadra poi fai fatica. Dobbiamo palleggiare di più nella metà campo avversaria. Le grandi squadre palleggiano ed hanno sempre giocatori che attaccano la profondità, ma non per forza deve essere serviti se sono seguiti dall'avversario. La squadra vuole diventare completa, vuole arrivare ad un livello più alto. Gli avversari cambiano ed i giocatori devono avere il bagaglio per leggere la situazione".

Sulle partite chiave dello Scudetto: "L'anno prima eravamo arrivati secondi. Ci siamo ritrovati e ci siamo detti che per migliorare si poteva solo vincere. Ogni partita è stata decisiva perché abbiamo vinto solo per due punti. Il derby e la partita con la Lazio però sono state la svolta".

Sul trequartista: "Quando gioca un centrocampista sulla trequarti ti dà sicuramente una fase difensiva più solida. Ma quest'anno non siamo peggiorati a livello di numeri difensivi. Con la sosta del Mondiale stiamo facendo tutti dei bilanci troppo limitati: Vranckx, Thiaw e De Ketelaere sono arrivati tre mesi fa. Ed è normale che ci voglia tempo per un giovane che arriva da un altro campionato. Charles? Per me è un centrocampista che deve svariare: gli do libertà, ma senza palla deve avere indicazioni precise. In Belgio giocava senza rendersi conto della collaborazione dei compagni, ora deve imparare a leggere gli spazi. Questa pausa può aiutarlo. Tonali e Leao, per esempio, li ho lasciati a fine campionato in una situazione e poi alla ripresa li ho ritrovati diversi. Forse gli serviva tempo per metabolizzare perché non è facile ricevere tante informazioni. Quest'anno ho visto questa cosa in Bennacer ed in Messias".

Su Kalulu: "Pierre è così un bravo ragazzo che ti sembra difficile che abbia una personalità del genere in campo. Ha anche una serenità da giocatore maturo. Lui supera anche l'errore: non si sofferma e non si indebolisce. Durante gli allenamenti, da centrale ci sembrava più a suo agio. Ha letture migliori che da terzino. Pierre e Tomori hanno nelle caratteristiche per un calcio moderno, anche se qualche volta prendi dei rischi".

Sul Napoli: "Il Napoli ha qualità in tutti i giocatori. È una squadra allenata molto bene da un grande allenatore. Contro di loro abbiamo giocato una buona partita, non meritavamo di perdere, ma loro sono stati bravi. A inizio anno una squadra che ha perso Insigne, Fabian e Koulibaly non pensavo sarebbe stata subito così competitiva. Stanno giocando un calcio importante. Io sono convinto che il campionato sia ancora molto lungo. Ci sono alcune squadre che possono fare 8-10-11 vittorie di fila. Juventus? Hanno fatto questi risultati senza Di Maria, Pogba, Chiesa. Il loro organico è tra i primi del campionato".

Sul campionato italiano: "Si sta alzando sia a livello delle squadre importanti, ma anche a quello delle squadre che non sono in lotta per lo scudetto. Sono partite difficili, devi mantenere alto il livello".

Sui mega recuperi: "Io faccio fatica a capire perché non si arrivi al tempo effettivo. La motivazione di Collina è corretta, perché anche a noi è capitato di giocare 46-47' minuti. Ampliare così tanto i minuti di recupero non lo so. Perché tanto di quei 12' minuti quanto si gioca? Io sarei per due tempi da 30 minuti, i giocatori perderebbero meno tempo. Perché in Champions non protestano e non stanno per terra? Perché non te lo permettono. Perché gli arbitri in Italia sugli angoli devono andare in area a dire di non fare fallo? Quando si va in Europa l'arbitro non ti spiega nulla, qui no. Devi fare l'arbitro... troppe spiegazioni. Non puoi permettere al portiere di perdere tempo nei primi 45' minuti".

Sulle partite perfette: "La partita perfetta non esiste. Forse una partita è perfetta quando i giocatori fanno le scelte giuste. La partita perfetta del mio Milan? Forse quella dell'anno scorso contro l'Atalanta. E sì, contro di loro mi è venuta in mente l'idea di spostare i terzini in mezzo al campo".

Sulla squadra più rognosa negli ultimi due anni: "Il Porto di Conceiçao. Là abbiamo giocato con tante assenze. Due partite veramente difficili. Ma anche Conte, che affronteremo. Antonio è un grandissimo allenatore ed il Tottenham ha attaccanti come Son, Kane, Kulusevski, Richarlison, Lucas Moura. Noi dobbiamo vincere, dobbiamo avere la mentalità vincente. Abbiamo il campionato, la Champions League, la Coppa Italia e la Supercoppa. Bisogna vincere qualcosa, non siamo più una squadra che non ha vinto. Sappiamo cosa fare, per avere successo serve il 10% di talento ed il 90% di sacrificio, lavoro e mentalità".

Sul rinnovo di Leao: "Sono sicuro di due cose: che Leao stia bene con noi, perché lo vedo e lo sento, e che Paolo e Rafa stanno parlando. Quindi aspettiamo buone notizie. Voglio bene a Rafa, credo che il suo percorso con noi non sia ancora finito. Sta bene con i suoi compagni e sta bene a Milano, ovunque. Ibrahimovic? Zlatan sta facendo di tutto per tornare. Gennaio sarà un mese importante".

00.30 - Finisce qui l'intervento di mister Stefano Pioli.


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