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La Verità - A Bologna farsa completa: ieri non ha neanche piovuto

di Manuel Del Vecchio

L’edizione odierna de La Verità, con un pezzo firmato da Giorgio Gandola, porta alla luce le varie storture che hanno portato infine al rinvio di Bologna-Milan, voluto fortemente dal sindaco della città felsinea Lepore.

Gandola non utilizza giri di parole per descrivere la vicenda: “Il gesto d’imperio di Matteo Lepore ha mostrato la fragilità di un sistema che si regge su compromessi e debolezze, ed è sottoposto all’antica legge della fiera del bestiame: chi grida di più porta a casa la vacca”. La firma de La Verità fa notare come ci fossero invece tutti i presupposti per giocare la sfida di Serie A: dal Dall’Ara agibile nella struttura e nelle peculiarità organizzative ad un meteo decisamente favorevole all’evento sportivo, visto che in città si sono toccati i 18 gradi all’interno di una giornata fortunatamente soleggiata.

Per Gandola al massimo sarebbe dovuto essere il direttore di gara Maurizio Mariani a decidere per l’eventuale rinvio in caso di condizioni metereologiche avverse, ma non di certo persone che hanno imposto il tutto per mere motivazioni politiche, con motivazioni che sfociano nella retorica avvertibile da chilometri di distanza.

Alla fine della storia nessuno ne esce vincitore, se non Claudio Lotito ed Aurelio de Laurentiis. Il primo, si legge su La Verità, ha cercato di fare proseliti pro rinvio nelle pause delle due riunioni dello speciale CdA di Lega convocato venerdì, mentre il secondo ha beneficiato della decisione finale, visto che martedì sera il suo Napoli affronterà un Milan privo di Theo Hernandez e Tijjani Reijnders, impossibilitati a scontare la giornata di squalifica contro il Bologna.

La decisione di Lepore è stata politica: lo scopo era quello di forzare la mano al governo Meloni, fino a quel momento restio nel concedere un altro stato di “calamità naturale”. Colpa addossata anche al cambiamento climatici, con il consiglio comunale bolognese che, scrive Gandola, “tende ad addossare tutte le colpe della propria inadeguatezza” proprio al clima. Se non fossero state queste le motivazioni il sindaco Lepore allora avrebbe fermato anche le altre manifestazioni del weekend in città, poi avvenute regolarmente, come la “Bologna boxing night” e “L’Auto moto show” alla Fiera.

Non ne esce bene neanche la Lega Serie A, che si è fatta strumentalizzare dal sindaco e non è riuscita a far valere la propria indipendenza: è vero che non ci si può opporre ad un’ordinanza comunale sulla chiusura di un impianto sportivo, ma non c’è stata neppure la forza di aggrapparsi alle regole che avrebbero portato allo 0-3 a tavolino, vedendosi addirittura bocciare ogni altra soluzione alternativa, dalle porte chiuse allo svolgimento della partita in campo neutro (Como, Verona, Empoli).

Ci perde anche il Bologna, che con le dichiarazioni dell’AD Fenucci: “avremmo dovuto rinunciare all’incasso da devolvere alle vittime dell’alluvione”, si nasconde dietro a motivazioni nobili, ma sicuramente opinabili. Non si sarebbe potuto devolvere metà dell’incasso della sfida di Champions contro il Monaco? O quello delle sfide di campionato contro Lecce e Venezia? In questo modo la raccolta fondi benefica è stata spostata alla data di recupero, potenzialmente a fine febbraio. E in tutto questo ha perso anche il Milan, che trovandosi in mezzo ad una situazione con interessi diversi da quelli sportivi non è riuscito a far valere i propri diritti e ragioni, con il presidente Scaroni, uscendo dagli uffici della Lega, si è limitato a commentare così: “Decisione incomprensibile, ma di fronte all’ordinanza comunale abbassiamo la testa”. Per Gandola una cosa del genere con Berlusconi e Galliani non sarebbe mai successa.


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